E’ sufficiente essere intelligenti per diventare bravi investitori?

Oggi proveremo ad individuare le qualità di un bravo investitore, di un investitore di successo. Quali sono i tratti distintivi dei più grandi investitori di tutti i tempi? E’ sufficiente essere intelligenti? Ne parliamo oggi, come sempre con parole semplici.

Strano ma vero

L’unica cosa che mi ha sorpreso per tutta la vita è quante persone con un alto quoziente intellettivo fanno cose incredibilmente stupide. Succede ovunque, ma è sorprendente quanto sia estrema la stupidità e quanto siano talentuose le persone che le fanno.

Charlie Munger (socio di Warren Buffett alla guida della Berkshire Hathaway)

Molte persone sono davvero brave a fare dei calcoli complessi in breve tempo, a superare brillantemente anche i più complicati test di intelligenza e di logica. Eppure poi si ritrovano a prendere una decisione sbagliata dopo l’altra. Ma come mai?

In una famosa gag di qualche anno fa Quelo, il personaggio interpretato da Corrado Guzzanti, diceva:

Fonte: Youtube

“La risposta è dentro di te, epperò è sbagliata!

Nella famosa frase di Corrado Guzzanti si nasconde qualcosa di più che una battuta comica. Per capire come mai dobbiamo andare molto indietro nel tempo, di parecchi milioni di anni, quando per la prima volta l’uomo comparve sulla Terra.

Il cervello umano, un capolavoro “quasi” perfetto

Il cervello dei primi uomini apparsi sulla Terra era molto diverso dal nostro, era un cervello primitivo, rettiliano. Per lo più basato sull’istinto, il suo unico obiettivo era di far sopravvivere l’uomo di fronte ai pericoli che lo circondavano. In frazioni di secondo doveva far prendere all’uomo la decisione giusta: combattere o fuggire?

Nel corso di milioni di anni il cervello umano si è parecchio evoluto ed oggi si è sviluppata una parte nuova, moderna del cervello, chiamata neocorteccia, la parte “riflessiva” dove risiedono il ragionamento e la capacità di analisi che ci contraddistingue e ci differenzia dagli altri animali.

Ma il rettile non è morto

Sebbene il cervello sia oggi un vero e proprio miracolo della natura, la parte primitiva o rettiliana è ancora assolutamente presente; risiede nella parte più interna del cervello e continua ad essere protagonista di gran parte delle scelte che compiamo quotidianamente.

E' sufficiente essere intelligenti

Ci permette di agire rapidamente, in maniera incontrollata, associativa, inconscia e senza alcuno sforzo.

Viceversa la parte più riflessiva del nostro cervello, la neocorteccia è riflessiva, consapevole, deduttiva, lenta, richiede concentrazione e molta energia.

Ma il coccodrillo come fa (ad investire)?

Sei un investitore che ha appena deciso di investire su alcuni titoli azionari. Ti propongo due immagini:

Senti una notizia allarmante al telegiornale: nel servizio si parla di una tempesta che si sta abbattendo sui mercati finanziari. Il tuo cervello sarà più incline a reagire istintivamente proponendoti la fuga dai mercati o ti suggerirà di fare un’attenta analisi dei bilanci delle società su cui hai investito? Scegli l’immagine di sinistra o di destra? La risposta la conosci bene: la parte primitiva, rettiliana, inconscia del tuo cervello si attiva automaticamente e ti suggerisce in maniera molto forte di scappare dal pericolo.

Ti trovi ad affrontare un momento in cui l’intelligenza da sola non basta. Devi sopraffare (e non è semplice) l’istinto di sopravvivenza innato del tuo cervello e far prevalere la ragione sull’istinto.

Tu sai bene che le azioni o i fondi azionari che hai acquistato o sottoscritto daranno ottimi risultati nel corretto orizzonte temporale; sei perfettamente consapevole che tra 10 anni quegli strumenti varranno molto ma molto di più di oggi, ma devi convincere di questo il tuo cuore che nel frattempo ha aumentato i battiti, il tuo intestino che è in preda agli spasmi e il tuo respiro che si è fatto molto più corto di fronte ai titoli del telegiornale e ai grafici in discesa dei tuoi investimenti.

E’ sufficiente essere intelligenti per diventare bravi investitori?

A questo punto sappiamo che la risposta è no, purtroppo non è sufficiente. L’intelligenza da sola non basta. E’ per questo che investire è semplice ma non è facile. Occorre disciplina ferrea, grande forza di volontà, grande focalizzazione sugli obiettivi (clicca qui per approfondire). La bella notizia è che, se tu lo vorrai, la figura del consulente finanziario è pronta a supportarti in questi momenti difficili.

Noi vorremmo che esistesse solo la parte bella dei mercati finanziari. In qualche modo vogliamo convincerci che si possa comprare ai minimi e rivendere ai massimi, più volte, in continuazione. Ma non funziona così.

Sono egoista, impaziente e un po’ insicura. Commetto errori, sono fuori controllo e, allo stesso tempo, difficile da gestire. Ma se non sei in grado di gestire il mio lato peggiore, allora certamente non meriti di gestire quello migliore.

Marilyn Monroe
E' sufficiente essere intelligenti

Voglio concludere con questa frase dell’indimenticabile Marilyn Monroe.

E’ una descrizione che si addice perfettamente anche ai mercati finanziari. I mercati sono egoisti, impazienti, insicuri, commettono errori, sono fuori controllo e sono difficili da gestire. E se tu, mio caro investitore, non sei in grado di gestire il lato peggiore dei mercati, allora non meriti neanche di gestire il loro lato migliore.

Ciao, alla prossima.

Cosa succede quando aumenta l’inflazione?

Gli esperti di mercato di tutto il mondo stanno monitorando con attenzione il livello di inflazione nell’economia. La domanda ovvia è: perché? Cosa succede quando aumenta l’inflazione? Che ripercussione ha sull’economia? Quali sono gli effetti sui tuoi risparmi e sui tuoi investimenti? Se sei curioso di scoprirlo mettiti comodo e continua a leggere, te ne parlo come sempre con parole semplici.

Ok, ma cos’è l’inflazione?

Molto semplicemente l’inflazione consiste nell’aumento generalizzato dei prezzi di beni e servizi ed ha come ovvia conseguenza la riduzione del potere di acquisto delle famiglie. Cerchiamo di capirlo con un esempio. Se per ipotesi il tuo stipendio ammonta a 1.500 euro e fino a ieri spendevi 500 euro al mese in spesa di generi alimentari e 300 euro al mese per le utenze domestiche oggi, a causa dell’aumento dell’inflazione, gli stessi identici generi alimentari ti costeranno ad esempio 530 euro e gli stessi identici consumi domestici faranno lievitare a 320 euro le spese per le utenze.

Clicca qui per visionare i dati Istat aggiornati relativi all’inflazione in Italia.

L’inflazione è subdola: sembra non succeda nulla, ma a fine mese ti ritrovi con meno soldi in tasca per il solo fatto che i prezzi di tutto quello che sei solito consumare sono aumentati.

Inflazione e tassi di interesse

L’inflazione indica che il costo della vita è in aumento e quindi che l’economia è in una fase espansiva. Se la crescita avviene in maniera molto rapida la banca centrale potrebbe decidere di alzare i tassi di interesse. Tale mossa fa aumentare gli interessi sui debiti e favorisce il risparmio, così da rallentare l’espansione e abbassare l’inflazione. 

Un pericoloso avvitamento

Quali sono le conseguenze di un rialzo significativo dell’inflazione? Eccole: i prezzi salgono in maniera generalizzata, il potere di acquisto delle famiglie diminuisce, pertanto sono costrette a consumare meno. Se si consuma di meno diminuisce la domanda dei beni e servizi, pertanto si riducono anche ricavi e profitti e l’economia rallenta fin quando non si trova un nuovo equilibrio.

Il nemico numero 1 dell’inflazione

Se adesso hai ben chiaro cosa accade a seguito del rialzo dell’inflazione non ti stupirai di conoscere il suo nemico numero 1: si chiama conto corrente e a farne le spese sono principalmente i risparmi su questo depositati. Sebbene infatti il valore nominale dei tuoi risparmi non varia, a seguito di un aumento dell’inflazione si riduce progressivamente il valore reale degli stessi risparmi, che giacendo inermi sul conto corrente non vengono in alcun modo remunerati. Nella tabella che segue puoi vedere l’erosione del valore di un capitale iniziale di € 100.000,00 nel corso degli anni a fronte di livelli diversi di inflazione.

Ti basti notare che un livello di inflazione medio del 3% annuo porta il valore reale di 100.000 euro a poco più di 56.000 euro in 20 anni, quasi la metà!

Come investire quando aumenta l’inflazione

Avendo appurato che non scegliere (lasciare i soldi sul conto corrente) rappresenta la peggiore scelta in fasi di aumento dell’inflazione cosa è opportuno fare? La migliore soluzione è quella di mandare a lavorare i tuoi soldi in un portafoglio molto diversificato con un orizzonte temporale medio lungo. Sono fasi in cui bisogna detenere strumenti di elevata qualità.

Nel breve termine

Ipotizzando un aumento dell’inflazione (e quindi un rialzo dei tassi di interesse) normalmente le azioni di tipo Valore o Value si comportano meglio delle azioni di tipo Crescita o Growth (clicca qui se non conosci la differenza e vuoi approfondire). Nel comparto obbligazionario, in queste fasi meglio privilegiare strumenti con scadenze brevi e strumenti indicizzati all’inflazione. Infine, si può valutare, per una quota residuale del portafoglio, anche un investimento in materie prime dato che è lecito aspettarsi un loro apprezzamento.

Nel lungo termine

Nel lungo termine, quando aumenta l’inflazione le azioni rappresentano il migliore scudo di difesa. Infatti il valore degli strumenti azionari può apprezzarsi durante il periodo inflazionistico in modo che la ricchezza “reale” che immagazzina – i beni o servizi con cui può essere scambiato – rimanga costante nonostante i prezzi elevati.

Conclusioni

Spero adesso tu abbia le idee più chiare riguardo l’inflazione e le sue conseguenze sull’economia e sugli investimenti finanziari.

Voglio darti un ultimo suggerimento: nella composizione del tuo portafoglio di investimento, soprattutto in fasi impegnative, evita assolutamente il <<fai-da-tè>>; scegli invece di affidarti ad un valido consulente finanziario. Lui saprà infatti individuare gli strumenti finanziari più idonei in relazione ai tuoi obiettivi di investimento, al tuo profilo di rischio e al contesto di mercato.

Ciao, alla prossima.