La bellissima storia del Toro di Wall Street

Chi si interessa di finanza saprà certamente che le fasi di salita e di discesa dei mercati vengono rappresentate rispettivamente da due imponenti animali: il Toro, che raffigura i mercati azionari in salita e l’Orso, che viceversa simboleggia i mercati che scendono. Non tutti conoscono invece la bellissima storia del Toro di Wall Street, una fantastica statua che è diventata il simbolo della Borsa americana. E’ una storia che intreccia Stati Uniti, arte, rinascita e Sicilia. Ti ho incuriosito abbastanza? Mettiti comodo, ne parliamo come sempre con parole semplici.

Quel maledetto lunedì nero

Lunedì 19 ottobre 1987: quel giorno di 34 anni fa i mercati finanziari di tutto il mondo registrarono un imponente crollo. Il Dow Jones, uno dei principali indici di borsa americana registrò, in un solo giorno, una discesa di oltre il 20%, cosa mai accaduta in precedenza.

Fonte: Wikipedia

Ovviamente l’onda d’urto si propagò in tutto il mondo, provocando una delle più poderose discese dei mercati azionari mondiali. Clicca qui per approfondire.

Arturo di Modica

Quello stesso anno Arturo di Modica, un artista di origini siciliane, iniziò a lavorare alla realizzazione di una statua raffigurante un imponente Toro di Bronzo nell’atto della carica (il nome dell’opera è infatti Charging Bull – toro pronto alla carica).

Nessuno gli aveva commissionato quell’opera: l’artista investì gran parte dei suoi risparmi per la sua realizzazione. Si narra che Arturo di Modica dovette vendere parte della casa di famiglia per portare a termine l’imponente scultura bronzea.

Nel 1989, a distanza di due anni, la statua era pronta per essere consegnata, ma a chi? Infatti come detto, nessuno aveva richiesto la realizzazione di quell’opera. Ebbene, l’artista aveva realizzato quell’imponente scultura di bronzo come simbolo di rinascita dell’America dopo la crisi finanziaria del 1987, ed il suo unico scopo era quello di donare quel simbolo di speranza ai cittadini americani.

Natale 1989

Il 15 Dicembre 1989 Arturo di Modica, aiutato da alcuni amici, si recò di fronte al palazzo della Borsa americana, il New York Stock Exchange, per posizionare ai suoi piedi la statua. Voleva collocare la sua opera di fronte al palazzo della Borsa perché quello era il luogo simbolicamente più colpito dalla crisi finanziari recente.

Per posizionare l’opera aveva a disposizione non più di 6 minuti, il tempo che intercorreva tra un passaggio e l’altro della ronda della polizia. Una volta giunto sul posto, con suo grande stupore, scoprì che il posto da lui immaginato era stato occupato da un grande albero di Natale.

Fu così che l’artista decise di posizionare il suo Toro di Bronzo ai piedi dell’albero di Natale, come a rafforzare il concetto di regalo natalizio agli Stati Uniti.

Wall Street scopre il suo regalo

La mattina seguente i broker di Wall Street e i residenti trovarono questa imponente statua di bronzo. Tutti pensarono ad un’installazione autorizzata dal Comune, ma le autorità comunali negarono ogni loro coinvolgimento.

L’autore Arturo di Modica era lì, accanto alla sua opera, che distribuiva opuscoli e parlava tranquillamente con i giornalisti.

Fu amore a prima vista! I Newyorkesi si innamorarono dell’opera e del messaggio di speranza che questa donava loro. Per cui quando il Comune di New York diede ordine di rimuovere l’opera installata in maniera abusiva, l’opinione pubblica reagì a difesa dell’artista, la cui fama nel frattempo era cresciuta a dismisura.

Si decise quindi di trovare una “casa” al Charging Bull nei pressi di Wall Street e questa fu trovata nel parco di Bowling Green, il più antico parco di New York, a pochi passi dal New York Stock Exchange e dal cuore della finanza americana.

Onore ad un grande siciliano da poco scomparso

Sono certo che molti di voi conoscevano il Toro di Wall Street, la sua imponenza, il suo nesso con l’ascesa dei mercati finanziari. Probabilmente pochi di voi sapevano che era opera di un artista siciliano, nato e cresciuto in un paese della provincia di Ragusa, prima di trasferirsi a Firenze e successivamente a New York.

L’artista si è spento a Vittoria, sua città natale, lo scorso 19 febbraio 2021. Vista la mia passione per il mondo finanziario e per la Sicilia, mi è sembrato doveroso raccontare questa fantastica favola moderna e rendere omaggio a questo grande artista siciliano.

PS: vuoi vedere dove si trova esattamente la statua del Charging Bull a New York? Clicca qui per vederlo in tempo reale grazie ad una webcam puntata su di lui.

Ciao, alla prossima.

I sogni, senza obiettivi, rimangono sogni

Sognare è bellissimo, ci proietta nel futuro, alimenta le nostre speranze. Chi non ha mai sognato una vita migliore, una casa più grande, un futuro raggiante per i propri figli? I sogni, però, senza obiettivi, rimangono sogni: alimentano la delusione, la frustrazione, la rassegnazione. Ecco perché bisogna anche avere degli obiettivi che ci permettano di realizzare i nostri sogni. Oggi parliamo dell’importanza degli obiettivi nel mondo finanziario, come sempre con parole semplici.

In balia delle onde dei mercati

Investire i tuoi risparmi senza dei chiari obiettivi finanziari è un pò come vivere alla giornata. E’ come essere alla guida di una potente imbarcazione nel bel mezzo dell’oceano senza però avere consapevolezza di dove ti trovi e dove stai andando, o ancora peggio di dove vuoi andare.

E se sei per mare e non sai dove vuoi andare, allora “nessun vento è favorevole” come ci ricorda Seneca. Puoi disporre dei migliori strumenti finanziari, ma ti serviranno a ben poco se non hai degli obiettivi chiari.

Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare

Lucio Annuo Seneca

Il marinaio che non ha una meta si ritrova in balìa delle onde, e quando queste si fanno impetuose ne ha ovviamente paura.

Analogamente un investitore senza dei chiari obiettivi finanziari si ritrova in balìa delle onde dei mercati, e quando queste di tanto in tanto si fanno più alte (cosa assolutamente normale e fisiologica), viene preso da sgomento.

Ed è proprio in questi momenti che non avendo una visione, un traguardo da raggiungere, la tentazione di vendere tutto per far terminare la sofferenza si fa strada nella mente, fino al triste epilogo.

La pianificazione finanziaria per obiettivi

La pianificazione finanziaria per obiettivi (in inglese Goal Based Investing), non si focalizza sulle performance dei mercati, ma sul raggiungimento di obiettivi concreti che diventano il centro dell’intero processo di consulenza (clicca qui per approfondire).

Il punto di partenza di qualsiasi percorso di investimento diventa quindi la determinazione dell’obiettivo che si intende perseguire, del sogno che si vuole realizzare. In funzione di questo si determina la durata dell’investimento, il patrimonio ed il reddito che a questo verranno dedicati e il grado di rischio.

I sogni, senza obiettivi, rimangono sogni

Nel grafico in alto una rappresentazione della pianificazione finanziaria per obiettivi. Ogni obiettivo specifico ha bisogno di un tempo specifico per essere raggiunto. Questo tempo sarà diverso per ogni investitore, in quanto varierà anche in funzione della propensione al rischio e del capitale di partenza a disposizione.

Il mercato diventa il tuo alleato più prezioso

Ragionando per obiettivi il mercato finanziario diventa uno strumento a tua disposizione per raggiungerli, un prezioso alleato, non un nemico da sconfiggere. Battere il mercato assume poco significato se paragonato all’importanza di poter acquistare una casa nuova, o di garantire un futuro sereno ai tuoi figli.

I sogni, senza obiettivi, rimangono sogni

Investire per obiettivi è il miglior antidoto contro l’emotività. Quando le fasi di mercato impetuose arriveranno (e arriveranno, stai pur certo), rimanere ancorato al tuo obiettivo, rimanere focalizzato sulla distanza che ti separa da questo, farà tutta la differenza del mondo, in quanto ti permetterà di mantenere la necessaria lucidità e ti impedirà di fare scelte impulsive.

Atterrare dolcemente sull’obiettivo

Quando illustro questo processo ai Clienti mi viene sovente fatta questa osservazione: “e se una correzione improvvisa dei mercati, per sua natura imprevedibile, arriva a pochi passi dal traguardo, non vengono vanificati tutti gli sforzi fatti?”

La domanda è assolutamente legittima. E’ qui che entra in gioco il ruolo del consulente finanziario e del monitoraggio periodico delle soluzione di investimento.

Immagina di essere il copilota di un aereo che sta viaggiando spedito verso la sua destinazione. Alla guida dell’aereo, assieme a te, c’è il tuo consulente finanziario. Durante la rotta l’aereo viaggia spedito, ad altissima velocità.

Ma quando inizia la procedura di atterraggio l’aereo inizia dolcemente a rallentare, a rallentare sempre di più, in un processo lungo e graduale di avvicinamento alla pista.

Per il tuo portafoglio sarà la stessa cosa. La manovra di avvicinamento all’obiettivo inizierà anni prima rispetto all’obiettivo. Il tuo Consulente farà rallentare dolcemente il tuo portafoglio, riducendone progressivamente il rischio, fino a renderlo minimo in prossimità della pista; in questo modo nessuna improvvisa tempesta (o correzione dei mercati) potrà vanificare gli sforzi fatti nel corso degli anni.

Avrai raggiunto il tuo obiettivo, avrai realizzato il tuo sogno!

Ciao, alla prossima.

Gli strumenti azionari hanno tutti lo stesso livello di rischio?

Pressoché tutti i telegiornali sono ormai soliti parlare quotidianamente di borse finanziarie, di titoli azionari che salgono e scendono. Il tempo che dedicano alle notizie finanziarie aumenta nelle fasi più concitate dei mercati. Ne consegue che siamo portati a pensare alle azioni come a strumenti altamente rischiosi. Ma gli strumenti azionari hanno tutti lo stesso livello di rischio? Ne parliamo oggi, come sempre con parole semplici.

Cosa vuol dire comprare azioni

Non dimenticare che comprare dei titoli azionari di una determinata società vuol dire in pratica diventarne socio, con tutto quello che lo status di socio comporta. Vorrà dire partecipare alla divisione degli utili quando questi verranno distribuiti; vorrà dire gioire dei successi e soffrire nei momenti di difficoltà dell’azienda.

Pertanto ti chiedo: reputi ugualmente rischioso diventare socio di un’azienda nata 6 mesi fa, con 10 dipendenti ed un ufficio di 30 metri quadri piuttosto che diventare socio di una multinazionale con sedi in tutti i continenti, centinaia di migliaia di dipendenti, un business consolidato e 40 anni di storia?

Gli strumenti azionari hanno tutti lo stesso livello di rischio?

Spero converrai con me che nel primo caso il rischio dell’investimento è significativamente maggiore.

Il rischio degli strumenti azionari: azioni Value e azioni Growth

Il mondo dei titoli azionari viene solitamente suddiviso in due grandi famiglie chiamate universalmente Value (Valore) e Growth (Crescita).

Un titolo azionario viene definito Value quando il rapporto tra il prezzo dell’azione e gli utili che l’azienda produce annualmente è relativamente basso. Sono le società più stabili, che generano annualmente una discreta quantità di utili e che quindi sono più appetibili per gli investitori con meno propensione al rischio.

Lo stile “Value” si basa sulla selezione di aziende leader nel rispettivo settore di appartenenza con basso indebitamento e caratterizzate da crescita degli utili costante nel tempo da cui derivano dividendi sostenibili.

Di contro un titolo azionario viene definito Growth quando il rapporto tra il prezzo dell’azione e gli utili prodotti è molto elevato. Il prezzo del titolo è molto elevato perché il mercato crede nel progetto che però deve ancora produrre i suoi frutti. L’azienda potrebbe non essere ancora in grado di generare utili oppure questi sono ancora molto bassi.

Lo stile “Growth”, al contrario dello stile Value, va ad individuare le aziende con forte potenziale di crescita a prescindere dal livello dell’indebitamento di quest’ultime.

Quindi sebbene si parli genericamente di azioni, il rischio degli strumenti azionari può variare sensibilmente se parliamo di azioni Value o Growth.

L’indice aristocratico americano

Per darti un’idea più tangibile del fatto che i titoli azionari presentano livelli di rischio sensibilmente diversi ti presento un indice azionario molto particolare di cui probabilmente non hai mai sentito parlare.

Negli Stati Uniti, nel 2005 è stato creato un indice denominato S&P 500 Dividend Aristocrats. Ne fanno parte quelle società, tra le principali 500 aziende americane, che hanno staccato dividendi (hanno quindi distribuito utili agli azionisti)) crescenti per almeno 25 anni consecutivi (clicca qui per approfondire).

Nel 2020 l’indice era composto da 57 società. 57 aziende che quindi non soltanto fanno parte delle migliori 500 aziende americane, ma hanno dato dei rendimenti di anno in anno sempre crescenti per almeno 25 anni consecutivi.

Ti invito a riflettere un attimo. Almeno 25 anni consecutivi vuol dire che è successo anche nel 2008 quando il mondo finanziario stava attraversando una crisi senza precedenti culminata con il fallimento della Banca americana Lehman Brothers.

Vuol dire che è successo anche nel 2000, anno della crisi delle aziende tecnologiche e nel 2001, anno della caduta delle Torri Gemelle. Ma come? In quei momenti non eravamo tutti convinti che il mondo stesse per finire e che era meglio vendere tutto?

Ti do un consiglio

La prossima volta che sentirai parlare al telegiornale di miliardi che bruciano, di crisi planetarie senza precedenti, prima di compiere qualunque scelta di natura finanziaria, fatti una semplice domanda: ma è davvero possibile che tutte queste enormi società, che tutti questi colossi multinazionali, contemporaneamente, domani mattina chiudano i battenti e mandino a casa i loro dipendenti?

Gli strumenti azionari hanno tutti lo stesso livello di rischio?

Quando sentirai notizie apocalittiche in televisione fai un bel respiro e ricorda che nel giusto orizzonte temporale anche le crisi finanziarie più serie diventano un leggero rumore di fondo in un percorso generale di crescita.

Vuol dire che sarà semplice? Assolutamente no, potrebbe volerci del tempo, me alla fine la pazienza , la focalizzazione all’obiettivo e la perseveranza verranno premiate.

La costruzione di un portafoglio prudente

Sono d’accordo con te, come era bello in passato limitarsi ad acquistare un titolo di stato italiano (BOT o BTP), un buono fruttifero postale o un’obbligazione della tua banca e rinnovarla alla scadenza! Zero pensieri, rischi pressoché nulli e rendimenti altisonanti!

Spero avrai capito però che quel mondo purtroppo non esiste più e che non tornerà per chissà quanti anni (semmai tornerà). I rendimenti degli strumenti obbligazionari più prudenti sono oggi pressoché nulli se non negativi.

E allora un investitore prudente non può più investire?

Certo che può investire!

E’ soltanto un pò più complicato. Diventa necessario avvalersi del supporto di un serio professionista che sappia individuare gli strumenti più idonei in funzione del profilo di rischio e dell’orizzonte temporale. Sarà probabilmente opportuno inserire in portafoglio una dose, anche piccola, di strumenti azionari.

Esistono fondi comuni di investimento azionario specializzati in azioni Value o viceversa in azioni Growth; dal punto di vista geografico esistono fondi globali oppure focalizzati su delle specifiche aree (America, Europa, Asia, Italia etc.); esistono anche fondi tematici e settoriali, specializzati esclusivamente su un settore o su un idea di investimento. Per approfondire la differenza tra azioni e fondi azionari clicca qui e leggi il post dedicato.

Per cui non spaventarti se tra gli ingredienti del tuo portafoglio di investimento ci sarà una piccola componente azionaria. Se opportunamente selezionata tra azioni Value e Growth, se altamente diversificata per Paesi e per settori, se in linea con l’orizzonte temporale del portafoglio, ti aiuterà ad ottenere dei rendimenti soddisfacenti.

Ciao, alla prossima.