Il risveglio del mondo obbligazionario

In meno di due anni abbiamo assistito ad una rivoluzione nel mondo degli investimenti finanziari. La crescita imponente dell’inflazione nei maggiori Paesi del mondo ha portato le principali Banche Centrali a rialzare i tassi di interesse in maniera rapida e vigorosa. Il risultato? E’ il risveglio del mondo obbligazionario, che è pronto ad assumere un ruolo da protagonista nei portafogli di investimento dopo anni di ruoli da comparsa. Vediamo di capire perché, come sempre con parole semplici.

Il mondo a tasso zero

La crisi dei mutui subprime nel 2008 ed il conseguente fallimento della banca americana Lemahn Brothers hanno innescato, negli anni successivi, una gigantesca iniezione di liquidità da parte delle Banche Centrali di tutto il mondo e la contestuale drastica riduzione dei tassi di interesse, mosse necessarie al fine di generare una robusta ripresa dell’economia. Per tanti anni i tassi di interesse sono stati nulli o addirittura negativi.

Chi in quegli anni ha detenuto strumenti obbligazionari antecedenti con scadenze lunghe o molto lunghe ha praticamente vissuto nel migliore dei mondi possibili, in quanto il valore degli strumenti obbligazionari in portafoglio è salito nel tempo proporzionalmente alla discesa dei tassi di interesse;

Man mano che i titoli obbligazionari a tassi elevati giungevano a scadenza questi potevano essere sostituiti soltanto da nuove emissioni a tassi via via sempre più bassi e deludenti. Se però da un lato le cedole continuavano a scendere si manteneva alto il guadagno dovuto alla salita dei prezzi dei titoli (clicca qui se vuoi approfondire).

Arrivano Matusalem e Tina

Il ristagno dei tassi in prossimità dello zero ha reso ogni giorno meno allettanti gli investimenti obbligazionari; alcuni governi hanno varato dei titoli con scadenze lunghissime come il BTP “Matusalem” italiano a 50 anni con scadenza 2067 o il titolo governativo austriaco secolare con scadenza 2120, con il solo scopo di offrire dei rendimenti positivi.

In America, nel mondo degli investimenti viene coniato l’acronimo TINA: There is no Alternative, non c’è alternativa. A che cosa? All’azionario, classe di investimenti che beneficia tanto del permanere di tassi bassi. Infatti da un lato le aziende possono fare investimenti a costi bassissimi e quindi crescere più rapidamente; dall’altro gli investitori nel mondo possono indebitarsi a tasso zero per acquistare azioni.

Non è tutto oro quello che luccica

La risalita brusca e repentina dei tassi di interesse è stata come una doccia gelata per gli investitori in obbligazioni, dopo anni di torpore e di letargo. Se da un lato chi detiene dei fondi obbligazionari di qualità dovrà soltanto pazientare un pò per veder risalire le quotazioni, dall’altro chi si è lasciato tentare dalle sirene di strumenti che offrivano cedole “decenti” con scadenza lunghissime, oggi non può fare altro che leccarsi le ferite. Vediamo un esempio:

Fonte: Borsaitaliana.it

L’Austria ha un rating S&P pari ad AA+: in parole semplici è uno dei posti più sicuri dove investire i propri risparmi. Ecco quindi che nel dicembre 2020, con i tassi in tutto il mondo abbondantemente sotto lo zero, il governo austriaco decide di emettere un’obbligazione con durata cento anni! Hai capito bene, un secolo di durata, con un rendimento positivo dello 0,85% annuo lordo.

Come si evince dal grafico qui in alto chi lo ha comprato nel dicembre 2020 era disposto a pagarlo 138,89. Cosa vuol dire? che per acquistare 10.000 euro nominali di questo titolo doveva sborsare 13.889 euro. Chi lo ha fatto ha in pratica firmato un contratto con il governo austriaco nel quale quest’ultimo gli garantisce il pagamento di 0,85% (nel nostro esempio di 85 euro) al netto delle tasse ogni anno fino al 2120, anno in cui verrà restituito il capitale. Tutto il capitale sborsato? Assolutamente no, il titolo verrà rimborsato a 100. Il nostro amico (o meglio i suoi figli se non addirittura i suoi nipoti) riceverà 10.000 euro e non i 13.889 euro da lui pagati.

E’ stato un affare?

Certo, ma per il governo austriaco, che ha fatto cassa e si è garantito di dover pagare una bazzecola a dei malcapitati investitori per i prossimi 97 anni.

Oggi che i tassi sono risaliti a livelli assolutamente normali, questo titolo ovviamente non lo vuole più nessuno. Nessuno è infatti disposto a percepire così poco per un tempo così lungo, anche se l’emittente è ultra solido come l’Austria. Cosa vuol dire questo? Basta leggere il grafico e vedere quanto vale oggi il titolo: 42,57!

Se il nostro “avventuroso” amico decidesse di vendere il suo investimento sul mercato questo gli verrebbe pagato € 4.257. E dato che lui lo ha pagato € 13.889 porterebbe a casa una perdita roboante di € 9.632 pari al – 69,34%! Davvero un investimento sicuro!

Bentornate obbligazioni

E’ vero, i tassi sono saliti tanto, ma la salita sembra rallentare e le previsioni sono di un ulteriore rallentamento fino alla fine della salita. Alcuni analisti prevedono addirittura tassi in discesa negli Stati Uniti entro l’anno in corso. Cosa vuol dire questo? Semplice: gli strumenti obbligazionari a tasso fisso smetteranno di “inseguire” la risalita dei tassi e vedranno via via crescere le loro quotazioni; tale processo verrebbe ulteriormente accelerato da una inversione di tendenza al ribasso.

Una volta che i tassi si stabilizzeranno ad un livello positivo naturale le obbligazioni torneranno ad essere indiscusse protagoniste, assieme alle azioni, di portafogli di investimento di qualità caratterizzati da un rapporto rischio/rendimento più efficiente. E quel momento non sembra lontano, anzi potrebbe essere molto vicino.

Ciao, alla prossima

Gli investitori alle prese con la riprova sociale

Il seguente articolo è stato pubblicato anche su Wall Street Italia: clicca qui per visionarlo.

Disponibile anche in versione audio sul podcast di Wall Street Italia: clicca qui se vuoi ascoltarlo.

Immagina di trovarti in una città lontana, seduto al tavolo di un ristorante che non conosci che prepara piatti che non hai mai sentito nominare. Studi il menu alla ricerca di qualche idea su cosa ordinare e ti accorgi che alcune pietanze sono definite “le più popolari”: evviva! Se la maggior parte dei clienti è solito sceglierle vorrà dire che sono le migliori, problema risolto!

La riprova sociale

Questo è un chiaro esempio di un fenomeno noto come riprova sociale; ed è alla base dell’importanza delle recensioni online, dell’uso di testimonial nelle pubblicità, del prodotto “più venduto” di Amazon etc.

Ebbene si: siamo spesso soliti stabilire cosa è meglio per noi semplicemente osservando cosa fanno gli altri! Non solo, ma questo fenomeno cresce se si verificano una o più delle seguenti condizioni:

  • Incertezza: quando ci troviamo di fronte ad una scelta ma non abbiamo le conoscenze o le competenze per stabilire cosa sia meglio fare;
  • Moltitudine: quando il numero di persone che prima di noi ha scelto in un determinato modo (fornendoci l’esempio da seguire) è molto significativo;
  • Somiglianza: quando le persone che hanno scelto di agire in un determinato modo piuttosto che in un altro sono molto simili a noi.

Robert Cialdini, nel suo libro Le armi della persuasione suggerisce un metodo per testare la forza della riprova sociale: prova a fermarti, mentre stai passeggiando per la tua città, ed a fissare un punto in alto (il tetto di un palazzo, una nuvola etc.); continua a fissarlo per un minuto intero e forse qualche passante, incuriosito, sarà tentato di fare lo stesso. Prova a tornare il giorno dopo ma portandoti dietro una decina di amici e chiedendo loro di iniziare assieme a te a fissare lo stesso punto in alto: entro sessanta secondi la maggior parte dei passanti si sarà fermata a guardare il cielo assieme a voi!

Il mondo dei mercati finanziari è ahimè il regno della riprova sociale! Gli investitori si trovano sovente di fronte a scelte da effettuare in condizioni di estrema incertezza, pertanto diventa più facile seguire la massa piuttosto che fermarsi a ragionare.

L’effetto gregge

L’effetto gregge è un chiaro esempio di riprova sociale: se tante persone comprano nel medesimo momento lo stesso strumento finanziario deve essere un affarone, meglio correre a comprarlo anche noi, prima che sia troppo tardi! Come ovvia conseguenza il prezzo di quello strumento sale a dismisura, la bolla gonfia, gonfia, gonfia e infine… scoppia!

Immagina adesso di essere un cliente della banca “Alfa” e di sentire al telegiornale la seguente notizia: “l’istituto di credito Alfa ha rassicurato i propri clienti circa la sua solidità e le autorità governative del Paese hanno confermato i fondamentali estremamente solidi della Banca; appare quindi del tutto ingiustificata la scelta fatta da centinaia di clienti di prelevare tutti i loro risparmi”. Se l’intento dell’informazione era quello di rassicurare i clienti, a causa della riprova sociale otterrà l’effetto opposto! Di tutto il contenuto del messaggio a te rimarranno in testa soltanto le seguenti informazioni: centinaia di clienti della tua stessa banca stanno correndo a prelevare tutti i loro risparmi! Devi farlo anche tu, al più presto!

Per un investitore è fondamentale quindi avere consapevolezza di quanto sia facile subire, più o meno inconsciamente, gli effetti della riprova sociale e di quanto questi possano essere nocivi per le sue scelte di investimento. Soprattutto nell’era in cui viviamo, nella quale una notizia fa il giro del mondo in pochi secondi.

Dalla riprova sociale alla tendenza

Quando viene osservato un cambiamento di rotta, in qualunque ambito, siamo soliti pensare che questo durerà nel tempo, che questo si trasformerà in una tendenza. Possiamo definire la tendenza come la riprova sociale futura. Non credo di sbagliare se dico che in un modo o nell’altro è capitato a tutti: quando in un qualsiasi gioco ci è capitato di vincere due o più volte di seguito, siamo soliti pensare che quella è la “nostra giornata fortunata”, convincendoci inspiegabilmente che anche le successive partite ci vedranno favoriti. Pensiamo di essere entrati in un trend, in una tendenza favorevole che durerà ancora per molto tempo.

Lo stesso stato d’animo è solito albergare negli investitori durante le fasi, assolutamente fisiologiche, di rialzo e di ribasso dei mercati finanziari. La conseguenza? Facile: nelle fasi di rialzo l’investitore diventa avido, in quanto si convince di essere entrato in un trend, in una tendenza infinita di guadagni “facili”; nelle fasi di correzione dei mercati domina invece la paura, in quanto, per lo stesso principio, ci si convince che si è innescata una discesa senza fine, che finirà per farci perdere tutto!

Come difendersi dalla riprova sociale

La riprova sociale è comoda, troppo comoda! È una meravigliosa scorciatoia che ti toglie la briga di fermarti a pensare, ragionare e infine scegliere. È un pratico pilota automatico che in effetti in molto casi ti aiuta, ma che non sempre è perfetto. Nel mondo degli investimenti la sua fallacia è ahimè molto, troppo frequente.

Poiché come abbiamo visto la riprova sociale si alimenta soprattutto dall’incertezza, dalla poca consapevolezza di quanto sta accadendo intorno a noi, occorre qualcosa, o meglio qualcuno, che sappia ridurre l’incertezza.

Nel mondo finanziario questo qualcuno esiste e prende le sembianze di un valido e serio professionista, di un bravo Consulente Finanziario. Le motivazioni? Eccole:

  • ridurrà sensibilmente l’incertezza grazie alla propria competenza e conoscenza, attenuando comportamenti eccessivamente avidi o paurosi;
  • farà in modo che i suoi clienti adottino i giusti comportamenti, in funzione dei loro specifici obiettivi di investimento;
  • alimenterà una riprova sociale virtuosa tra una moltitudine di individui simili (persone accomunate dall’aver intrapreso un percorso di investimento).

Ciao, alla prossima!

Graduale ritorno alla normalità

A distanza di circa 18 mesi dalle prime avvisaglie di aumento sensibile dell’inflazione in Europa e negli Stati Uniti e a poco più di un anno dallo scoppio della guerra in Ucraina proviamo a fare il punto della situazione dal punto di vista di cui mi occupo, quello finanziario. Stiamo assistendo ad un graduale ritorno alla normalità: in che senso? Continua a leggere, ne parliamo oggi, come sempre con parole semplici.

Mutui e prestiti all’incontrario

Buongiorno signori Rossi, abbiamo appena perfezionato il mutuo per l’acquisto della vostra prima casa. Mentre voi pagherete mensilmente le rate per restituire il capitale la Banca vi pagherà gli interessi. “Direttore, mi scusi, ma non dovremmo pagarli noi gli interessi alla Banca?”, chiedeva stupito il signor Rossi!

Il finanziamento è stato approvato: cara signora Verdi ecco la sua nuova auto fiammante: ce la pagherà in 60 comode rate, mentre noi le pagheremo gli interessi! “Gli interessi li pagate voi? Non li pago io?” esclamava basita la signora Verdi!

Sebbene gli esempi esposti sembrino comici ed assurdi, ti assicuro che per più di 10 anni è stato esattamente così: chi chiedeva soldi in prestito (il debitore) ed aveva una buona reputazione (che in gergo finanziario si chiama rating) non soltanto non pagava nulla ma anzi otteneva il pagamento di un tasso di interesse: il mondo all’incontrario!

Se il debitore rideva…

Va da sé che quello scontento nella trattativa era il creditore, che non soltanto prestava i propri soldi ma era pure costretto a pagare per farlo! E’ accaduto regolarmente fino a qualche mese fa: era il mondo dei tassi negativi!

La tabella è aggiornata al Gennaio 2021, quindi soltanto 2 anni fa. Mostra il rendimento che veniva offerto dai titoli obbligazionari governativi dei principali Paesi in relazione alla loro durata.

Acquistare ad esempio un titolo obbligazionario governativo a 10 anni tedesco, che in pratica vuol dire prestare i propri soldi al governo della Germania, “costava” lo 0,52% all’anno. In sintesi non soltanto la Germania intascava i soldi che gli venivano prestati a costo zero, ma percepiva pure un pagamento dai prestatori di danaro.

Il mondo delle obbligazioni sta guarendo

La medicina da mandare giù è certamente amara, ma finalmente assistiamo ad un graduale ritorno alla normalità.

L’inflazione robusta che si è manifestata di recente in Europa ed in America ha costretto le Banche Centrali dei due Paesi ad alzare in maniera rapida e decisa i tassi di interesse, con due importanti ripercussioni sul mondo dei titoli obbligazionari:

  1. le valutazioni dei titoli emessi prima di tale rialzo hanno subito un calo delle valutazioni dovuto semplicemente al fatto che il rendimento che offrono oggi è diventato meno attraente (clicca qui per approfondire);
  2. il rendimento dei titoli obbligazionari di nuova emissione è tornato positivo. Finalmente, aggiungerei io: chi presta i propri danari ha nuovamente diritto ad ottenere un rendimento, un tasso di interesse.

I nuovi rendimenti obbligazionari sono positivi, o no?

Il rendimento di un titolo di Stato italiano a 5 anni (noto come BTP, Buono del Tesoro Poliennale), nel Gennaio del 2021 era pari a -0,02% (in pratica era nullo, come si evince dalla tabella su esposta). Nel momento in cui sto scrivendo questo articolo il rendimento di un BTP italiano a 5 anni è del 4,035%, diciamo per semplificare del 4%. Per un risparmiatore che decide di acquistare oggi questo titolo di Stato è quindi un’ottima notizia, giusto?

La risposta è NI! Certo, oggi chi presta dei soldi allo stato italiano per 5 anni riceve un interesse del 4% (al lordo della ritenuta fiscale). Non dimentichiamoci però che siamo ancora in presenza di una forte inflazione, a Febbraio 2023 pari in Italia a circa il 9%.

Per cui la vera domanda è: meglio ottenere un rendimento nullo a fronte di un tasso di inflazione dello 0,4% (questa era l’inflazione italiana nel Gennaio 2021), oppure ottenere un tasso di interesse del 4% a fronte di un tasso di inflazione del 9%?

Rendimento nominale e rendimento reale

Diciamo così: se ci concentriamo sul rendimento nominale, questo oggi è di gran lunga più elevato rispetto a due anni fa. Se invece poniamo l’attenzione sul rendimento reale (al netto dell’inflazione di periodo) era preferibile il rendimento reale pressoché nullo del Gennaio 2021 rispetto al rendimento reale negativo di oggi (rendimento pari al 4% dal quale bisogna sottrarre un’inflazione di circa il 9%). E quindi?

La lotta all’inflazione

Ti ricordo un aspetto importante: il rialzo dei tassi a cui stiamo assistendo ha come unico obiettivo quello di far scendere l’inflazione, e vi sono già parecchi segnali che qualcosa si sta finalmente muovendo in questa direzione. Per cui è auspicabile che quanto prima l’inflazione abbassi la cresta e cominci la sua discesa verso livelli fisiologici.

Ecco: quello sarà il momento in cui il mondo obbligazionario tornerà finalmente ad offrire rendimenti reali positivi. E sembra non essere troppo lontano all’orizzonte.

Ciao, alla prossima.