Mantenere il focus sull’obiettivo finale

Non so se hai mai visto “Il Corvo“, un film cult degli anni 90, con lo sfortunato Brandon Lee, morto durante le riprese, nei panni del protagonista. Una delle frasi più celebri citata dal protagonista è “non può piovere per sempre“.

In questo post ti parlo dell’importanza di mantenere il focus sull’obiettivo finale di un investimento finanziario e parto proprio dalla frase del film, anzi, dal suo contrario: “Non può splendere sempre il sole“. In che senso? Continua a leggere, te ne parlo come sempre con parole semplici.

Fermate il mondo: voglio scendere!

Se nel corso dell’ultimo anno sei entrato a far parte del mondo degli investitori (complimenti!) e avevi immaginato che il tuo portafoglio finanziario sarebbe cresciuto gradualmente e costantemente nel corso del tempo, probabilmente hai vissuto l’inizio del 2022 come un brusco risveglio da un bellissimo sogno.

Vuoi per l’aumento dell’inflazione, vuoi per la risalita dei tassi d’interesse, vuoi per la pandemia e le tensioni geopolitiche le onde placide e tranquille dei mercati finanziari si sono agitate e adesso… si balla! Ovviamente i media non aspettano altro e quindi giù di titoloni apocalittici e catastrofisti. E’ tutto un bruciare di miliardi ed un susseguirsi di tsunami e tempeste.

Investire è quindi stata una scelta errata? Devi iniziare a mangiarti le dita e correre quanto prima ai ripari? Se l’investimento è stato pensato, progettato e realizzato correttamente la risposta è no. Vediamo perché.

Nuvole a media distanza

Un investimento fine a se stesso ha poco senso. L’investimento serve a realizzare un obiettivo di medio o di lungo periodo. Se hai investito sui mercati finanziari (azionari ed obbligazionari) delle somme che ti sarebbero servite dopo sei mesi, ma anche dopo uno o due anni mi spiace dirtelo, ma qualcosa non ha funzionato. Il tempo a tua disposizione è semplicemente troppo breve.

Se il cielo si fa plumbeo e pieno di nuvoloni neri (cosa assolutamente normale e fisiologica: è successo, succede e succederà), anche due anni potrebbero essere non sufficienti affinché le nuvole si diradino e torni a splendere il sole.

Il rendimento rolling

Lo so che sembra una brutta parola. Conosci i Rolling Stones, il Rock & Rolling, ma cosa cavolo è il rendimento rolling? Ebbene ci tengo a fartelo conoscere, perché confido possa essere la tua nuova coperta di Linus, un modo per dimostrarti che se hai fatto il giusto investimento per il tempo adeguato, puoi affrontare la normale volatilità dei mercati con serenità. Sapere qual è il rendimento rolling del tuo portafoglio ti aiuterà a mantenere il focus sull’obiettivo.

Un esempio concreto

Immagina di avere sottoscritto un investimento bilanciato, con un 60% di obbligazionario ed un 40% di azionario.

Fonte: Morningstar

Hai sottoscritto l’investimento 3 mesi fa condividendo con il tuo consulente finanziario un orizzonte temporale di 5 – 7 anni. Oggi il tuo portafoglio registra una performance complessiva del -4,05% e sei comprensibilmente preoccupato. Vediamo come ti viene in soccorso il rendimento rolling.

Il passato non si ripete però aiuta

Del tuo portafoglio ovviamente non conosci il futuro, ma conosci il passato. E’ vero, lo scrivo e lo sottolineo, per sgombrare il campo da qualunque fraintendimento: i rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri, però possono darci molte preziose indicazioni. Vediamone alcune.

Fonte: Morningstar

Analizzando il passato del portafoglio scopri intanto che a te non sta andando poi così male: chi avesse sottoscritto il tuo medesimo portafoglio di investimento nel dicembre 2019 avrebbe registrato una performance a tre mesi del -7,05%. Questo tipo di rendimento si chiama rolling in quanto misura il rendimento peggiore di tutte le finestre di 3 mesi nei 10 anni precedenti.

So a cosa stai pensando: “ma a me cosa frega che a qualcuno è andata peggio? A me preoccupa il fatto che il mio portafoglio registra dopo tre mesi una performance negativa”. Ti chiedo ancora un pò di pazienza.

Fonte: Morningstar

Andando avanti scopri ancora che il peggiore rendimento a 6 mesi del tuo portafoglio è stato del -5,71%, registrato nel semestre tra marzo e settembre 2015.

Fonte: Morningstar

Continuando nella nostra disamina scopriamo che il peggior rendimento rolling ad 1 anno si è registrato tra il marzo 2015 e il marzo 2016 ed è stato del -2,99%. Adesso arriva la parte più interessante.

Fonte: Morningstar

Probabilmente ti sorprenderà scoprire che nei 10 anni precedenti, quindi nel periodo tra il 2012 e il 2022, il peggior rendimento rolling del tuo portafoglio a 3 anni, quindi prendendo tutte le finestre temporali di 3 anni consecutivi nel corso degli ultimi 10, è stato di +2,67% annuo!

E se allunghiamo ancora l’orizzonte a 5 anni (in pratica quelli che hai concordato con il tuo consulente finanziario ad inizio investimento), il peggior rendimento annualizzato è stato del +3,15% annuo! Ti ricordo che stiamo parlando del peggiore. Chi ha sottoscritto l’investimento nel marzo 2015, dopo 5 anni avrebbe un rendimento annuo del 3,15% (non proprio da buttare via) e sarebbe stato il più sfigato!

Mica male questo rendimento rolling!

Quindi ricapitolando oggi il tuo investimento registra all’incirca un -4% a 3 mesi su un orizzonte di 5 – 7 anni. Hai appena scoperto che nel peggiore dei casi lo stesso investimento ha registrato, nello stesso arco temporale, una performance negativa quasi doppia, e che la storia recente non registra rendimenti negativi su orizzonti da 3 anni in su. Ah però! Allora è proprio vero che “non può piovere per sempre”!

Conclusione

Voglio concludere con una provocazione (ma poi mica tanto). Se il rendimento rolling ci ha dimostrato come mantenere il focus sull’obiettivo finale è premiante, forse un calo delle quotazioni quando sei ancora lontano dall’obiettivo assomiglia più ad un’opportunità che a una minaccia, non trovi?

PS: nello studio del rendimento rolling ti ho mostrato solo la metà peggiore dei rendimenti. Adesso che sai come interpretare queste informazioni, ti lascio con la visione integrale.

Fonte: Morningstar

Certamente non andrà esattamente così, potrà andare meglio o peggio, ma mantenere il focus sull’obiettivo ripaga bene, sempre! Ciao, alla prossima.

No pain no gain

Sei solito andare in palestra con regolarità o conosci qualcuno che lo fa? Non è il mio caso ahimè ma chi è solito cimentarsi con pesi e manubri conosce certamente questa frase, diventata un pò il motto dei culturisti. No pain no gain, che in inglese significa “se non c’è dolore non c’è guadagno” (inteso come crescita della massa muscolare). Oggi ti porto con me nella palestra degli investimenti, a fare un pò di allenamento. Stai tranquillo, non proverai alcun dolore, adopererò come sempre parole semplici.

Il primo giorno

Sei da poco rientrato dalle ferie estive, hai appena comprato tuta e scarpe da ginnastica e stai perfezionando l’iscrizione in palestra. L’istruttore ti fa fare il giro della sala, ti consegna la scheda con il circuito di attrezzi che dovrai utilizzare e ti mostra come usarli.

La motivazione è a mille! Sei pronto. Fai anche qualche ripetizione in più rispetto a quelle previste. La sera torni a casa e, non curante dei dolori sparsi, ti osservi attentamente allo specchio alla ricerca di qualche miglioramento, di un pò di massa muscolare in più, di un pò di grasso in meno. Ma purtroppo, tranne il dolore che ieri non c’era, tutto sembra tristemente identico!

Hai finalmente deciso di <<investire*>> (vedi nota a fine articolo): approfittando dell’ultimo giorno di ferie ti sei appena seduto davanti al pc e hai comprato delle azioni tramite home banking; i mercati hanno appena aperto e il tuo investimento è appena partito. Sullo schermo vedi i tuoi soldi salire e scendere minuto dopo minuto. Sei arrivato con fatica al pomeriggio, alla chiusura dei mercati, per provare a tirare le somme della prima giornata di investimento. Il tempo sembrava non passare mai.

E’ trascorso il primo mese

Sei orgoglioso di te stesso; nonostante risultati pressoché inesistenti hai perseverato, hai mantenuto l’impegno ad andare in palestra con regolarità. Tranne il giovedì della scorsa settimana (non te la sei sentita giustamente perché avevi un pò di dolore ad un braccio). Oggi dovresti andare alle 19.00, finito l’ufficio. Però piove, hai fame. A lavoro è stata una giornata pesante. Cosa dici? Rinvii a domani?

Dei 5 titoli azionari che hai acquistato uno sta guadagnando circa il 10%, due sono in leggero guadagno e due in perdita. Il titolo con il guadagno maggiore oggi ha aperto in leggero calo: c’è il rischio di vanificare il guadagno quindi decidi di venderlo. +9%, complimenti, ottimo investimento. A fine giornata i mercati hanno incrementato le perdite. Ecco che tutti i restanti 4 titoli sono adesso in territorio negativo. L’entusiasmo è già svanito e adesso non sai che fare.

Dopo appena 3 mesi

Apri l’armadio per prendere una camicia; vedi la tuta piegata e risposta nel cassetto. E’ da più di un mese che non la indossi. Ma d’altronde era inutile continuare ad andare in palestra. Tanta fatica, tanti dolori e nessun risultato. Evidentemente il tuo fisico non è adatto, oppure l’istruttore non era un granché. Ci riproverai, magari dopo le feste natalizie. E via, a comprare il panettone per la cena di stasera.

Nel tuo già sparuto portafoglio titoli c’è un unico superstite; gli altri sono tutti andati; nel complesso hai perso poco, ma quest’ultima azione in portafoglio è adesso a -40% rispetto al prezzo di acquisto. Ti riprometti di non guardarla più; rimarrà lì, piegata e riposta nel cassetto del dossier titoli. Questo “Investire” ti sa tanto di fregatura, meglio dimenticare tutto in fretta e non pensarci più.

No pain no gain

Chi si allena seriamente in palestra conosce bene entrambe le seguenti regole:

  • Quando sovraccarichi i muscoli si avvia un processo di riparazione doloroso; però è proprio durante questo processo che il muscolo cresce, a condizione che gli dai la possibilità di recuperare (da qui il detto No Pain No Gain, coniato da Arnold Schwarzenegger, uno dei maggiori culturisti di sempre).
  • Con i giusti tempi di recupero, occorre avere perseveranza, disciplina e continuità negli allenamenti. I veri risultati non si ottengono dopo qualche settimana. Per vedere qualche miglioramento occorrono alcuni mesi, il fisico migliorerà poi in maniera progressiva nel corso degli anni.

E per gli investimenti?

Un bravo investitore, come un assiduo frequentatore di palestra, conosce due regole molto simili:

  • Dopo aver creato un portafoglio molto diversificato finalizzato al raggiungimento di un obiettivo specifico, è inevitabile attraversare delle fasi di correzione, a volte dolorose. Ma anche negli investimenti vige la regola no pain no gain: non si arriva al guadagno in maniera semplice e lineare, bisogna saper attraversare dei momenti di correzione assolutamente fisiologica.
  • Avendo fissato un obiettivo a medio o lungo termine, occorre poi avere, come per un bravo body builder, perseveranza e disciplina. E la similitudine continua, in quanto anche negli investimenti i risultati non si vedono dopo qualche settimana o mese. Di norma occorrono alcuni anni per osservare dei risultati tangibili.

Conclusione

Come è solito ripetere Warren Buffet investire è semplice, ma non è facile. Non occorre intelligenza sovrumana o essere esperti di fisica quantistica. “Soltanto” (si fa per dire) focalizzazione sull’obiettivo, disciplina, pazienza e resilienza nei momenti transitori di correzione.

*Investire è volutamente scritto tra virgolette, in quanto acquistare 5 titoli azionari non vuol dire investire; tuttalpiù, se i titoli sono stati acquistati dopo attente valutazioni, può trattarsi di speculazione, ma non investimento. Se vuoi conoscere la differenza tra investimento e speculazione clicca qui. Ciao, alla prossima.

La finanza sostenibile può cambiare il mondo

Mai come in questo momento i riflettori del mondo sono accesi sui temi della sostenibilità, parola che sta entrando sempre più nel gergo quotidiano. In questo articolo proverò, a mio modo, a fare chiarezza sul tema, perché credo ci sia tanta confusione. Lo farò parlando di investimenti ovviamente, dimostrandoti che la finanza sostenibile può cambiare il mondo. Te ne parlo come sempre con parole semplici.

Non abbiamo un Pianeta B

Non credo servano molte altre parole. I giovani di tutto il mondo, capitanati da Greta Thunberg, lo sostengono a gran voce da anni. Continuando con questo menefreghismo globale, con una politica delle chiacchiere (dei bla bla bla l’ha definita la Thunberg qualche giorno fa) potremmo innescare dei meccanismi irreversibili di deterioramento delle condizioni di vita sulla Terra. Non abbiamo, almeno al momento, nessun altro pianeta dove andarci a rifugiare, pertanto il problema è molto serio e molto urgente.

Questa tanto vituperata finanza

Troppo spesso associata mentalmente a uomini avidi che mirano solo a ingrassare i loro portafogli a scapito della collettività. Eppure la finanza potrebbe rivelarsi una della armi migliori nella lotta alla difesa del pianeta Terra. Non ci credi? In questo articolo proverò a dimostrartelo.

Si è tenuto lo scorso mese di Settembre a Milano il Salone del Risparmio (clicca qui per visitare il sito ufficiale dell’evento), la più grande e importante manifestazione che si tiene ogni anno sulla finanza e sugli investimenti in Italia. Ebbene, uno dei 7 percorsi Tematici del Salone era intitolato “Sostenibilità ed Inclusione“, a testimonianza di quanto centrale ed attuale il tema della sostenibilità sia oggi nel mondo finanziario. Ok, ma perché? E’ qui il nodo della questione.

Cosa vuol dire sostenibilità

Ribadisco quanto detto in premessa: prima di procedere dobbiamo sgombrare il campo dai dubbi e fare chiarezza sul tema: che vuol dire sostenibilità?

Si parla di sostenibilità quando un processo può essere mantenuto ad un certo livello indefinitamente. Il principio che governa la sostenibilità prende il nome di sviluppo sostenibile. Questo riguarda tre ambiti strettamente legati ed interconnessi tra loro: ambientale, economico e sociale. Pertanto si ha sviluppo sostenibile quando questo è attento all’ambito ambientale, all’ambito economico ed all’ambito sociale.

Sai che preferisco, quando possibile, evitare la lingua inglese, ma qui me lo devi concedere un attimo. I tre pilastri dello sviluppo sostenibile, sono Environmental (Ambientale), Social (Sociale) e Governance (sistema di conduzione e direzione di un’azienda o di un Paese).

Quindi riassumendo c’è sostenibilità quando lo sviluppo è sostenibile; c’è sviluppo sostenibile quando vengono rispettati questi 3 fattori: Environmental, Social e Governance, ESG. Ho dovuto passare dalla lingua inglese in quanto era importante capire come si arrivasse all’acronimo ESG, che di fatto è un marchio che viene messo a quegli strumenti o processi che possono essere definiti sostenibili.

(E)nvironmental, I principi ambientali

Le aziende ed i Paesi che rispettano i fattori ambientali sono quelli, nello specifico, attenti ai seguenti argomenti: rifiuti inquinamento, esaurimento delle risorse naturali, preservazione della biodiversità, emissione di gas serra, deforestazionecambiamento climatico.

(S)ocial, i fattori sociali

Saranno considerati Social, quelle società o quei Paesi che hanno un modo virtuoso di trattare le persone: relazione con i dipendenti, condizioni di lavoro, compreso il lavoro minorile e la schiavitù, finanziamento di progetti o istituzioni che serviranno le comunità povere e sottosviluppate a livello globale, salute, sicurezza, gestione dei conflitti sociali.

(G)overnance, i fattori economici

Infine, le Aziende ed i Paesi che rispettano i fattori di Governance avranno istituito opportune ed adeguate strutture, regolamenti e strategie al loro interno con riferimento a: strategia fiscaleremunerazione dei dirigentidonazioni e pressioni politichecorruzione, diversità e struttura di governo aziendale e statale.

La finanza sostenibile

La finanza sostenibile investe con l’obiettivo di generare sia un ritorno finanziario sia un impatto ambientale e sociale positivo, concreto e misurabile. Cosa significa per essere più chiari? Che nella costruzione degli strumenti finanziari ESG le Aziende ed i Paesi verranno selezionati in funzione del loro grado di rispetto dei fattori ambientali, di governance e sociali.

Hai un grande potere

Prima di tutto ti faccio qualche domanda: se potessi scegliere, preferiresti investire i tuoi risparmi su:

  • aziende o Paesi che con i loro rifiuti inquinano le acque dei mari e dei fiumi o su aziende che sono attente a non inquinare?
  • società o Paesi che sfruttano il lavoro minorile sottopagato o su aziende con dipendenti perfettamente in regola, che puntano allo stesso modo sulle donne e sugli uomini garantendo loro le stesse retribuzioni e le stesse possibilità di carriera?
  • aziende che con le loro emissioni stanno causando il surriscaldamento della Terra o su aziende che si stanno impegnando a rimanere sotto i parametri richiesti?

Se, come credo fortemente, ti piacerebbe investire su aziende virtuose, attente ai principi della sostenibilità, ti do una bellissima notizia: puoi farlo!

Il tuo consulente finanziario ti saprà consigliare gli strumenti ESG più virtuosi: esistono già, ed è facile prevedere che ce ne saranno sempre di più.

Adesso seguimi in questo viaggio virtuoso

Nei prossimi giorni tu, come tanti altri investitori nel mondo, consigliati da bravi consulenti finanziari, inizierai a dirottare i tuoi risparmi verso strumenti finanziari sostenibili, strumenti ESG.

I fondi ESG inizieranno a comprare (con i tuoi risparmi e quelli degli altri investitori) ingenti quantità di titoli (azioni o obbligazioni) di aziende virtuose (se vuoi sapere come funziona un fondo comune di investimento clicca qui).

Ti faccio notare una cosa: quando una casa di investimento decide di acquistare azioni o obbligazioni di un’azienda lo fa per milioni di dollari o di euro, a volte per miliardi; pertanto quella casa di investimento diventerà un azionista di peso dell’azienda prescelta.

Ne consegue che il suo parere sarà vincolante per approvare o bocciare le proposte presentate in qualunque ambito strategico. Per capirci facciamo un esempio: se il consiglio di amministrazione di un’azienda produttrice di scarpe propone l’apertura di un nuovo stabilimento per sfruttare manodopera a basso costo, il fondo, divenuto azionista di peso della società, si opporrà.

Fin qui tutto chiaro? Bene.

Se mi hai seguito fin qui ti sarà adesso chiaro che un fondo ESG (quindi attento alla sostenibilità) promuoverà tutte le iniziative societarie virtuose mentre boccerà quelle che vanno nella direzione opposta.

Manca poco per terminare il nostro viaggio virtuoso. L’ultimo passaggio è quello di mettersi un attimo nei panni delle aziende. Quelle virtuose saranno scelte sin da subito dai fondi ESG, beneficiando dell’apporto notevole di capitale fornito. Le aziende non virtuose, quelle che fino ad oggi hanno scelto di inquinare, di trattare male i dipendenti etc., saranno <<costrette>> ad adeguarsi se vorranno continuare ad essere appetibili per i risparmiatori di tutto il mondo, sempre più sensibili al tema della sostenibilità.

In conclusione

Adesso spero che la frase “la finanza sostenibile può cambiare il mondo” ti risulti meno utopica e molto più realistica e concreta.

Gli investitori, uniti, hanno il potere di destinare i loro ingenti capitali verso la sostenibilità, verso mari e fiumi più puliti, verso lavoratori più tutelati e più rispettati, verso donne più valorizzate, verso emissioni di gas serra ridimensionate, verso la salvezza del pianeta e una migliore qualità della vita.

Ciao, alla prossima.