La sfida per i consulenti finanziari nel prossimo futuro

Il mondo sta cambiando a grande velocità. Sta succedendo, proprio adesso, in tutti gli ambiti della nostra vita, anche in quello finanziario. Una grande sfida attende i consulenti finanziari nel prossimo futuro.

Bada bene che è una questione che ti riguarda da vicino: non ti auguro di affidare i tuoi piccoli o grandi risparmi ad una persona che non si sarà tempestivamente adeguato, o ancor peggio, che non ha riconosciuto i grandi mutamenti in atto. Mettiti comodo, te ne parlo come sempre con parole semplici.

Un dato inaspettato

Partiamo da una cifra: 1.915 miliardi di euro, una bella sommetta! Sai di cosa sto parlando? E’ la stima dei risparmi che passeranno di mano (di padre in figlio, da una generazione all’altra) in Italia nei prossimi dieci anni (Fonte T. Rowe Price).

Un’enorme montagna di denaro verrà ereditata dalle generazioni più giovani. Ebbene dirai tu? Qual è la notizia sensazionale? Non è il corso normale della vita? Certo, è sempre stato così e sarà sempre così. Chi ha accumulato delle somme di cui non ha poi interamente usufruito in vita, le devolverà alle generazioni future. 

Ma la vera questione è un’altra: hai idea di quanti eredi che ricevono oggi in Italia un patrimonio cambiano banca o cambiano consulente finanziario? La percentuale è davvero considerevole e si attesta intorno al 50%: un erede su due decide di portare altrove le somme ereditate (Fonte T. Rowe Price). E’ una percentuale molto grande, che continuerà ad aumentare se i consulenti finanziari e i gestori bancari non sapranno correre ai ripari.

Il passaggio generazionale, una sfida per nulla banale

E’ ovvio, ma per niente scontato, che un bravo consulente finanziario pianifichi assieme ai suoi clienti gli obiettivi finanziari (clicca qui per approfondire), ma anche un corretto passaggio generazionale, che miri a soddisfare nel dettaglio le volontà future dei clienti e al contempo ad ottimizzare gli aspetti fiscali ed economici. Ma questa non è la parte più sfidante. Come direbbe un matematico è una condizione necessaria, non sufficiente. La vera sfida è quella della comunicazione.

In che senso, ti starai domandando? Ancora un attimo di pazienza e ci arriviamo.

Su due pianeti diversi

Marco, architetto di 57 anni e Saverio, consulente finanziario di 61 anni, si conoscono ormai da tanto tempo. Saverio ha assistito e continua ad assistere Marco e sua moglie nella gestione del loro patrimonio. Hanno recentemente affrontato il tema del passaggio generazionale; Saverio ha consigliato a Marco di presentargli i suoi figli, per porre le basi del passaggio del patrimonio quando sarà il momento.

Giulio e Giada, rispettivamente 24 e 21 anni, sembravano un pò annoiati mentre ascoltavano o provavano ad ascoltare le parole di Saverio, seduto con loro attorno al tavolo assieme a papà Marco.

Il loro sguardo andava spesso sugli smartphone poggiati sul tavolo, che sembravano non smettere mai di vibrare. Saverio stava presentando loro la realtà bancaria per cui lavorava con l’ausilio di alcune brochure ed altri supporti cartacei…

Marco ricorda ancora le parole di sua figlia Giada non appena Saverio si era congedato. “Papà, ma da quale era geologica arriva Saverio? Guarda che sia io che Giulio abbiamo già un conto corrente, lo abbiamo aperto online e gestiamo tutto tramite OTP, app e videocall“.

Houston, abbiamo un problema!” pensò papà Marco!

Dai Baby boomers alla Generazione Z

Ne avrai sentito parlare. E’ convenzione suddividere le persone in gruppi diversi a seconda dell’anno di nascita. I nati tra il 1946 ed il 1964 vengono definiti Baby Boomers; la generazione dei nati tra il 1965 ed il 1980 viene detta Generazione X; chi è nato tra il 1981 ed il 1996 appartiene alla categoria dei Millenials ed infine i nati tra il 1997 e il 2021 appartengono alla Generazione Z (clicca qui per approfondire)

Perché è importante conoscere queste categorie? Perché individui appartenenti a gruppi diversi hanno modi di comunicare e di vedere il mondo completamente diversi! Ti faccio qualche esempio. I baby boomers hanno vissuto in prima persona i movimenti per i diritti civili, la Guerra Fredda, sono cresciuti in un mondo totalmente analogico: l’avvento delle macchine da scrivere, i giradischi, i telefoni fissi e le cabine telefoniche a gettoni.

La Generazione Z, per intenderci quella dei nati dal 1997 ad oggi, è nata con lo smartphone ed il tablet in mano; sono ragazzi definiti nativi digitali, studieranno la tragedia delle Torri Gemelle sui libri di storia; sono nati nell’era di Amazon, di Uber e della globalizzazione. Hanno un diverso modo di socializzare, molto meno fisico. 

Mai come in questa era vi sono stati mutamenti così radicali tra una generazione e le precedenti, mutamenti che minano seriamente la comunicazione e la reciproca comprensione.

La soluzione per Saverio? Arriva da Darwin

Saverio, 61 anni, per quanto bravo ed affermato, corre il serio rischio di perdere gran parte dei suoi clienti con il passaggio generazionale nell’imminente futuro. Sarebbe superbo e del tutto errato pensare che l’alto grado di soddisfazione dei suoi attuali clienti sia sufficiente a conquistare la fiducia e la relazione dei loro figli quando arriverà il momento. L’esempio di Giulio e Giada lo dimostra.

Saverio ha due cose da fare urgentemente: prendere coscienza del problema (cosa per niente scontata) ed adottare tempestivamente dei comportamenti idonei. Per aiutare Saverio dobbiamo rispolverare la teoria dell’evoluzione di Darwin, te la ricordi?

Non è la specie più forte o la più intelligente a sopravvivere, ma quella che si adatta meglio al cambiamento.

C. Darwin

La sfida per i consulenti finanziari nel prossimo futuro

Saverio deve velocemente prendere coscienza del problema ed adattarsi al cambiamento. Deve essere in grado di adattare il suo modo di comunicare in funzione dell’interlocutore che ha di fronte. Capisci bene che non sarà per nulla semplice.

Inutile pensare di poter soddisfare i bisogni delle generazioni future rimanendo ancorato al suo metodo di lavoro, efficace ed apprezzato da un baby boomer, ritenuto sufficiente da un esponente della generazione X, percepito come inadeguato da un Millenial e decisamente obsoleto per un ragazzo della Generazione Z.

Saverio (ed ogni altro consulente finanziario con parecchi anni di esperienza) farebbe bene a valutare seriamente anche il supporto da parte di un consulente più giovane, magari meno esperto ma più abile nel comunicare con le nuove generazioni.

Ciao, alla prossima.

La differenza tra il risparmio amministrato ed il risparmio gestito

Se negli ultimi anni hai valutato delle proposte di investimento con il tuo gestore o con il tuo consulente finanziario, è molto probabile che una parte rilevante della proposta fosse composta da fondi comuni di investimento, Sicav, o Fondi Interni Assicurativi; tutti strumenti finanziari appartenenti alla categoria del Risparmio Gestito. Oggi scopriremo qual è la differenza tra il risparmio amministrato ed il risparmio gestito. Stai tranquillo, lo faremo come sempre con parole semplici.

Il risparmio amministrato

Se acquisti dei titoli azionari (ad esempio delle azioni ENEL) o dei titoli obbligazionari (ad esempio dei BTP, obbligazioni governative italiane) stai sottoscrivendo del risparmio amministrato. La banca in questo caso si limita a metterti a disposizione il contenitore (chiamato dossier titoli) ma non entrerà nella gestione degli strumenti finanziari.

Può essere stata una tua idea oppure una consulenza professionale del tuo gestore o del tuo consulente finanziario; in ogni caso, una volta acquistati i titoli (azioni e/o obbligazioni), soltanto tu (autonomamente o a seguito consulenza del tuo gestore), deciderai quando rivendere i titoli e a quale prezzo. La Banca amministrerà i tuoi titoli e si occuperà di tutta la parte fiscale (tassazione sui guadagni e minusvalenze).

Spero ti sia chiaro che investire in strumenti di risparmio amministrato necessita di ampia conoscenza dei dati economici e finanziari delle società acquistate; in mancanza di questi dati esporresti infatti i tuoi risparmi a dei rischi enormi.

Il risparmio gestito

I Fondi Comuni, le Sicav e Fondi Interni Assicurativi alimentano una famiglia di strumenti finanziari comunemente chiamata Risparmio Gestito. Uno strumento finanziario è detto gestito quando l’investitore conferisce un mandato ai gestori dello strumento ad operare con i propri risparmi, nel rispetto di alcuni limiti e parametri.

Troppo complicato? Niente paura, vediamolo meglio con un esempio.

Fondo Azionario Europa

Immagina di avere sottoscritto delle quote di un Fondo azionario Europa. I tuoi risparmi, assieme a quelli degli altri sottoscrittori dello stesso fondo, sono confluiti in un contenitore, a disposizione del Team di Gestione del fondo. Il team di gestione è tenuto ad utilizzare le somme del fondo per acquistare unicamente azioni di società europee, ma, nei limiti di questo vincolo, agirà in piena autonomia. Gli esperti che compongono il Team di gestione adopereranno la loro professionalità per individuare le migliori azioni europee con l’obiettivo di creare valore per i sottoscrittori del fondo.

Differenza tra risparmio amministrato e risparmio gestito

Mettiamo a confronto il risparmio amministrato e il risparmio gestito adoperando l’esempio dei titoli azionari europei. Un investitore in risparmio amministrato dovrà valutare personalmente quali titoli azionari europei comprare, a quale prezzo, quando vendere e a quale prezzo. Un sottoscrittore di un fondo azionario europeo ha invece delegato queste scelte ad un team di gestori professionisti, esperti del mercato azionario europeo.

Investire in risparmio gestito vuol dire quindi delegare le scelte di investimento a dei gestori professionisti; si parla più precisamente di gestione attiva, in quanto i gestori effettueranno in autonomia operazioni di acquisto e vendita al fine di massimizzare la performance del fondo. La gestione attiva ha un costo, rappresentato dalle commissioni di gestione del fondo.

Ti presento un parolone inglese: il Benchmark

Non so ne ne hai mai sentito parlare, ma se hai già investito o sei in procinto di investire in strumenti di risparmio gestito, ti conviene sapere cos’è il benchmark.

Il benchmark non è altro che il rendimento del mercato in cui investe il fondo comune di investimento. Tornando al nostro esempio precedente il benchmark del fondo azionario europeo sarà il rendimento del mercato azionario europeo nella sua totalità. Perché è importante conoscere il benchmark? Perché ti serve per valutare la bontà del fondo comune di investimento.

Cerchiamo di capire meglio il concetto con un esempio. Immagina che il fondo azionario Europa che stai valutando di acquistare, nel 2020 ha registrato una performance positiva, al netto dei costi, del 10%. Sembra un’ottima performance, quindi puoi procedere tranquillamente all’acquisto? Calma, ci manca un’informazione fondamentale: è qui che entra in gioco il benchmark.

Ripetiamo l’esempio aggiungendo un’informazione in più: immagina che il fondo azionario Europa che stai valutando di acquistare nel 2020 ha registrato una performance positiva, al netto dei costi, del 10%; nello stesso periodo il benchmark, ossia il mercato azionario europeo nella sua totalità, ha registrato una performance positiva del 24%. Sei ancora convinto che sia un buon fondo comune di investimento?

Come scegliere un buon fondo

Un bravo consulente finanziario lo sa bene: per valutare la bontà di un fondo comune di investimento, di una Sicav o di un Fondo Interno Assicurativo bisogna valutare tutti i seguenti aspetti:

  • rendimento del fondo rispetto al benchmark
  • età del fondo
  • costanza di rendimenti soddisfacenti rispetto al benchmark nel tempo
  • costi di gestione del fondo
  • eventuali altri costi a carico del cliente
  • quanto rischio il fondo sta prendendo rispetto al rischio del mercato in cui investe
  • patrimonio a disposizione del fondo
  • permanenza dello stesso team di gestione.

Se ti sembra troppo complesso verificare autonomamente tutti questi parametri niente paura. Esistono delle società che si occupano proprio di fare questo e che ti permettono di valutare la bontà di un fondo semplicemente inserendo il codice identificativo (l’ISIN del fondo) sul loro sito internet. Qui di seguito le principali: clicca sul nome per andare direttamente al loro sito internet:

Gestione attiva e gestione passiva

Se un fondo supera brillantemente tutti gli esami sopra esposti, puoi certamente decidere di sottoscriverlo (compatibilmente con il tuo orizzonte temporale e la tua propensione al rischio). Nell’universo sconfinato degli strumenti finanziari di risparmio gestito occorre però fare una selezione molto accurata, perché esistono ahimè tantissimi strumenti inefficienti, dove vuoi per scarsa qualità gestionale, vuoi per eccessivi costi di gestione, i rendimenti sono deludenti rispetto al benchmark.

Laddove non riuscissi ad individuare un fondo soddisfacente, in grado di performare costantemente meglio del benchmark, puoi optare per degli strumenti a gestione passiva, chiamati ETF (clicca qui per approfondire la differenza tra fondi comuni ed ETF). Questi si limitano a replicare l’andamento del mercato, con dei costi molto contenuti.

Due ultime informazioni importanti

Voglio concludere dandoti altre due informazioni a mio avviso importanti:

Il NAV (Net Asset Value)

Gli strumenti di risparmio gestito vengono acquistati in quote (frazioni del patrimonio totale del fondo), le quali hanno una quotazione giornaliera che prende il nome di Nav (acronimo inglese di Net Asset Value). Di tutto questo ti basti ricordare la parola Net, in inglese netto, poiché sta a significare che il valore giornaliero della quota degli strumenti di risparmio gestito è sempre al netto dei costi di gestione. Pertanto i costi sono già stati depurati dal valore.

Se oggi il tuo fondo ha un nav maggiore di quando lo hai acquistato vuol dire che ci stai certamente guadagnando.

Occhio alla differenza tra passato e futuro

Per quanto ottime siano le caratteristiche di uno strumento di risparmio gestito, fai grande attenzione ad un aspetto: i risultati ottenuti nel passato non costituiscono un’indicazione di risultati futuri. L’analisi, per quanto approfondita e dettagliata, si riferisce al passato. Nulla può garantire che la qualità, l’andamento e i rendimenti si ripetano allo stesso modo nel futuro.

Ecco perché ti consiglio di avvalerti di un serio consulente finanziario nella scelta dei tuoi investimenti. Lui monitorerà periodicamente l’andamento degli strumenti selezionati e laddove dovesse rilevare delle inefficienze ti consiglierà tempestivamente di attuare le opportune azioni correttive.

Ciao, alla prossima.

L’investimento graduale programmato

Oggi voglio parlarti di una modalità di investimento tanto semplice quanto efficace: l’investimento graduale programmato. Se anche tu hai capito l’importanza di investire i tuoi risparmi con un obiettivo di medio-lungo termine ma hai paura di entrare nei mercati al momento sbagliato, allora ti consiglio di metterti comodo e di continuare la lettura di questo post. Te ne parlo come sempre con parole semplici.

Ogni momento è quello buono

Se segui il mio blog avrai certamente letto più volte che non esiste un momento ideale per investire. Il miglior momento era vent’anni fa. Il secondo miglior momento è oggi, punto! Se vuoi approfondire l’argomento ti consiglio di cliccare qui e di leggere il post dedicato. Se anche dovessi entrare nei mercati immediatamente prima di una correzione (rischio non eliminabile) il giusto tempo ed una corretta strategia ti daranno certamente modo di proteggere il capitale e di ottenere un soddisfacente rendimento.

Ciononostante capisco perfettamente che non è semplice, a livello emotivo, contrastare la paura di investire i tuoi risparmi, frutto di anni di sacrifici, immediatamente prima di una fase negativa. Tale paura infatti, sebbene non razionale, è perfettamente comprensibile a livello emotivo. E’ insita nella parte più antica del nostro cervello, è una sorta di istinto di sopravvivenza il cui scopo è quello di evitarci dolore (clicca qui per leggere il post dedicato).

La serenità dei piccoli passi

E se ti dicessi che c’è una soluzione per eliminare, anzi, per sfruttare a tuo vantaggio, un’eventuale iniziale discesa dei mercati? Si chiama investimento graduale programmato, e non vedo l’ora di spiegarti il funzionamento.

Immagina di avere dei risparmi sul conto corrente, pazientemente accumulati risparmiando parte del tuo stipendio, mese dopo mese. Supponiamo, a puro titolo di esempio, che tu abbia accumulato 50.000 euro da poter investire con l’obiettivo di aiutare tuo figlio a comprare casa tra una decina di anni. Sai anche che in un periodo di 10 anni la tipologia di investimento che ha la maggiore probabilità di fruttare è quello azionario. Ma la cosa ti spaventa: con la sfortuna che ti ritrovi, è sicuro che non appena sottoscrivi l’investimento i mercati azionari inizieranno a scendere!

E’ qui che arriva in tuo soccorso l’investimento graduale programmato.

Facciamo un esempio

Con il tuo consulente finanziario avete condiviso di costituire un portafoglio di investimento equilibrato, composto per il 50% da strumenti azionari e per il 50% da strumenti obbligazionari, con un orizzonte temporale di 10 anni. Pertanto sarebbe opportuno acquistare € 25.000 di strumenti azionari e € 25.000 di strumenti obbligazionari.

Piuttosto che procedere in questo modo adoperiamo l’investimento graduale programmato, sfruttando un informazione preziosa: la durata media dei ribassi dei mercati azionari.

Fonte: Risparmiamocelo.it e IG.com

In questa tabella sono mostrate tutte le fasi negative (cosiddetti mercati Orso, clicca qui per approfondire) degli ultimi 70 anni dell’indice azionario americano S&P 500. Il mercato viene identificato come mercato orso quando la perdita dai valori massimi supera il 20%. Questa tabella ci dice che negli ultimi 70 anni la perdita media dei mercati orso è stata del 30,7% ma soprattutto ci dice che la durata media delle fasi peggiori di mercato è stata di 347 giorni, pertanto un periodo di poco inferiore ad un anno.

E’ qui che entra in gioco l’investimento graduale programmato. Come? Torniamo al nostro esempio.

Piuttosto che investire in unica soluzione € 25.000 nel mercato azionario, se ritieni probabile un mercato orso imminente (non lo puoi sapere con certezza, ma non lo puoi neanche escludere) suddividerai i 25.000 euro da destinare al mercato azionario in 12 tranche programmate di acquisti mensili.

Per fare le cose semplici inizialmente sottoscriverai € 25.000 di strumenti obbligazionari ed € 3.000 di strumenti azionari. Constestualmente ti impegnerai ad acquistare € 2.000 al mese di strumenti azionari per i prossimi 11 mesi. Tra circa un anno avrai completato l’acquisto del tuo investimento per come lo avevi progettato.

Il vantaggio dell’investimento graduale programmato

Nel caso la tue paure fossero state fondate ed in effetti poco dopo l’acquisto è arrivata la tanto temuta correzione, questa, grazie all’ingresso graduale, ha giocato a tuo vantaggio: ti ha infatti permesso di acquistare, mese dopo mese, strumenti azionari a prezzi via via più convenienti; e poiché adesso sai che la durata media della correzione è di norma un anno, non appena il mercato sarà risalito tu avrai beneficiato di un prezzo medio di acquisto molto conveniente. La correzione si sarà rivelata non soltanto innocua, ma addirittura conveniente!

E se l’impegno di dover sottoscrivere mensilmente gli acquisti programmati ti scoraggia o ti sembra complicato niente paura! Esistono molteplici soluzioni che ti permettono di effettuare gli investimenti programmati in maniera totalmente automatica.

Conclusioni

Adesso hai un motivo in più per guardare con fiducia e con meno timore ai mercati finanziari, per mettere i tuoi soldi a lavoro per i tuoi obiettivi. Contatta il tuo consulente finanziario di fiducia e condividi con lui un piano di investimenti finanziari che ti permetta di beneficiare dei rendimenti dei mercati in un’ottica di lungo periodo, sfruttando anche i vantaggi dell’investimento graduale programmato.

Si, lo so, c’è ancora qualcosa che non ti convince. Ti è rimasto un dubbio legittimo. Stai pensando: ma con tutte queste fasi negative registrate negli ultimi 70 anni dove sta la convenienza di investire nel mercato azionario? Chissà quanti soldi avrei perso!

Fonte: MacroTrends.net

Come vedi nel grafico qui sopra l’indice azionario S&P 500, nel periodo in esame, ha registrato dei guadagni eccezionali, nonostante le fasi negative. Per cui puoi stare assolutamente tranquillo: nel giusto tempo l’investimento azionario premia sempre.

Ciao, alla prossima.