Roma non è stata costruita in un giorno

Nella vita ci sono cose che richiedono tempo, che non prevedono scorciatoie. Nonostante le nuove tecnologie e i moderni modi di comunicare ci diano la sensazione che tutto sia più veloce, immediato, alcuni processi sono rimasti immutati, necessitano tempo, bisogna saper aspettare.

Una gravidanza, l’alternarsi delle stagioni, il percorso di studi, la convalescenza dopo un infortunio, sono solo alcuni esempi. Bisogna attendere il corso delle cose.

Roma non è stata costruita in un giorno

E nel mondo degli investimenti, quanto tempo occorre per raggiungere i propri obiettivi? Oggi ti parlo di questo, del giusto tempo per un investimento vincente. Stai tranquillo, te ne parlo come sempre con parole semplici.

Il ciclo di vita di un’azienda e di un prodotto

Se hai letto il mio ultimo post sulla differenza tra azioni e fondi azionari (clicca qui per leggere l’articolo) sai già che per ottenere dei rendimenti soddisfacenti dai tuoi investimenti non puoi rinunciare ad una dose più o meno corposa di strumenti azionari.

Sia che tu decida di comprare singoli titoli azionari, sia che scelga di acquistare dei fondi, detenere strumenti azionari vuol dire molto semplicemente diventare socio di una o più aziende.

Immagina che l’azienda di cui sei appena diventato socio abbia da poco deciso il lancio di un nuovo prodotto. Sta per iniziare quello che viene definito il ciclo di vita del prodotto, ciclo che prevede quattro diverse fasi: 1. la nascita, 2. lo sviluppo, 3. la maturità e 4. il declino. Questo ciclo può durare diversi anni.

Roma non è stata costruita in un giorno

Sai questo cosa vuol dire? Che potrebbero volerci anni prima che il tuo investimento in quell’azienda generi i guadagni derivanti dal lancio del nuovo prodotto.

Se espandi questo ragionamento a tutte la azioni che detieni direttamente o mediante un fondo azionario, capisci bene che queste vanno mantenute almeno per il tempo necessario affinché tutti i cicli di vita dei prodotti in essere raggiungano la fase della maturità.

Se non sei disposto a tenere un titolo per 10 anni non pensare nemmeno di possederlo per 10 minuti“.

Warren Buffett

La crisi finanziaria inattesa

Ma cosa fare se nel bel mezzo del percorso di investimento una violenta crisi finanziaria si abbatte sui mercati? Ricordati sempre che tu sei un socio di una o più grosse aziende, presenti in diversi continenti e con migliaia di dipendenti.

Pensi davvero che una grande e solida azienda multinazionale possa chiudere i battenti dalla sera alla mattina? Pensi davvero che i prodotti di questa azienda, fino a ieri vendutissimi e richiestissimi, non serviranno più a nessuno, non verranno più acquistati da nessuno?

E se hai deciso di acquistare non singoli titoli bensì uno o più fondi azionari, pensi seriamente che dalla sera alla mattina migliaia di grosse aziende multinazionali di cui sei contemporaneamente socio scompariranno dal mercato?

La selezione darwiniana

E’ ovvio, una violenta tempesta finanziaria metterà in crisi le aziende piccole, quelle più deboli, quelle che non avevano grande solidità, quelle maggiormente indebitate; può arrivare a mettere in crisi interi settori, come nel caso della pandemia da coronavirus. Ma può al contempo rivelarsi un’enorme opportunità per quelle aziende che sapranno interpretare correttamente i cambiamenti in atto.

Ecco quindi che un buon investimento deve essere altamente diversificato e focalizzato sul lungo periodo. Un bravo investitore non deve lasciarsi influenzare dai momenti di elevata volatilità; semmai, avendone la possibilità, può sfruttare questi momenti a suo vantaggio, può incrementare l’importo investito approfittando di prezzi estremamente vantaggiosi.

Chi compra e vende azioni in periodi molto brevi non fa investimento, ma speculazione, che è tutto un altro mestiere, che necessita di elevata preparazione tecnica. Improvvisarsi speculatore senza avere le opportune competenze può essere molto, ma molto pericoloso.

Metti a lavoro i tuoi soldi

Un investimento finanziario può aver bisogno da 3-5 anni fino a 30-40 anni, a seconda dell’obiettivo finanziario che vuoi raggiungere. Mentre tu inizi a lavorare, crei la tua attività imprenditoriale o professionale, mentre metti su famiglia, mentre i tuoi figli crescono i tuoi risparmi lavorano per te, 24 ore su 24, 7 giorni su 7, anno dopo anno. I rendimenti attesi crescono all’aumentare del tempo a disposizione. E la magia accade!

“Qualcuno oggi è seduto all’ombra perché qualcun altro ha piantato un albero molto tempo fa“.

Warren Buffett

Ciao, alla prossima.

Differenza tra azioni e fondi azionari

Azioni o fondi azionari? Per capire cosa è meglio scegliere bisogna sapere in cosa differiscono, soprattutto in termini di rischio complessivo. Oggi ti parlo della differenza tra azioni e fondi azionari, come sempre con parole semplici.

Le azioni “di casa”

Sia per motivi di conoscenza sia per motivi operativi, per un investitore italiano la scelta di titoli azionari da acquistare ricade quasi sempre su azioni italiane. Non solo, ma in un Paese come l’Italia la cui economia è composta da poche grandi aziende e tantissime piccole imprese, la scelta si riduce molto spesso ai titoli che compongono l’indice azionario italiano più famoso, il Ftse Mib, composto dalle sole 40 aziende a maggiore capitalizzazione del territorio italiano.

Azioni o fondi azionari?

Pertanto, investire in azioni per un risparmiatore italiano equivale quasi sempre nella selezione di 1, 3, a volte 5, nella migliore delle ipotesi 10 titoli azionari del Ftse Mib.

Pesi dei singoli settori

E’ bene notare inoltre che circa la metà del Ftse Mib italiano è composta da società petrolifere, istituti bancari e aziende che si occupano di servizi pubblici. Se si considerano anche le società affini a queste, come le aziende di servizi finanziari o aziende costruttrici di prodotti per l’estrazione di petrolio, la percentuale sale oltre il 60%.

Per cui anche acquistando più titoli dell’indice Ftse Mib ci si ritrova inevitabilmente ad investire su pochissimi settori dell’economia italiana.

Tagliare i fiori ed innaffiare le erbacce

Supponi di avere acquistato 10 titoli azionari del Ftse Mib italiano. Dopo 6 mesi immagina che 5 titoli stanno guadagnando e 5 titoli stanno perdendo. Cosa fai? La maggior parte degli investitori “fai da te” venderebbe i 5 titoli in guadagno e manterrebbe quelli in perdita, in attesa che recuperino. Alcuni più temerari utilizzerebbero il ricavato della vendita per acquistare ulteriori azioni delle 5 in perdita, per “mediare” il prezzo di acquisto.

Supponiamo siano passati altri 6 mesi e che 2 dei 5 titoli mantenuti abbiano recuperato e siano adesso in guadagno mentre 3 hanno continuato a scendere. Cosa fare? Ovvio: vendere i titoli in guadagno e acquistare quelli in perdita. Conclusione? Così facendo effettui una “selezione naturale” dei titoli peggiori. Warren Buffet definisce questo comportamento come quello di chi taglia i fiori e continua ad innaffiare le erbacce.

Azioni o fondi azionari

Il dolore fisico di vendere in perdita

Lo capisco bene, non è per niente semplice, vendere azioni in perdita provoca un dolore quasi fisico. Eppure i trader professionisti lo sanno bene: una delle prime cose da fare quando si acquista un titolo azionario è stabilire uno stop loss, stabilire un valore massimo di perdita. Se il titolo inizia a scendere e raggiunge quel valore bisogna “tapparsi il naso” e venderlo, senza se e senza ma.

Mantenere i titoli che perdono e addirittura acquistarne ancora può essere molto, molto pericoloso. Provate a chiedere a chi negli anni passati ha continuato a comprare titoli di alcune banche italiane, di compagnie aeree, di alcuni internet provider italiani. Hanno perso tutto o quasi tutto il capitale investito.

Mai più investimenti in azioni, lo giuro!

Ecco l’ovvia conseguenza di chi si è avventurato nell’arena dei leoni senza nessuna armatura. Non vorrà mai più sentire parlare di azioni, strumenti “pericolosissimi” dai quali stare alla larga.

Niente di più sbagliato.

Le azioni nel lungo termine hanno sempre dimostrato di essere la tipologia di investimento migliore, sempre. Soltanto bisogna saper investire nel mondo azionario. Il segreto? Fallo fare a chi ne è capace!

Le caratteristiche di un buon fondo azionario

Il fondo azionario è gestito da una squadra di professionisti, esperti conoscitori del settore azionario sul quale il fondo investe. Delle aziende su cui investono conoscono i bilanci, la mission, spesso siedono nei consigli di amministrazione.

Team di esperti

I fondi azionari investono in aziende di tutto il mondo. L’Italia “pesa” circa l’1% della capitalizzazione mondiale. Per cui concentrare tutto l’investimento azionario in Italia vuol dire muoversi esclusivamente all’interno di questo 1%.

I fondi vengono gestiti attivamente, per cui se un titolo all’interno del fondo inizia a deludere le aspettative viene immediatamente venduto dal gestore e ne viene acquistato uno con aspettative migliori. Esistono anche fondi passivi, che si limitano a replicare il mercato di riferimento, gli ETF. Clicca qui e vai al post dedicato alle differenze tra fondi attivi a fondi passivi.

Questo vuol dire che un buon fondo azionario non è rischioso? Assolutamente no, vuol dire correre esclusivamente il rischio legato al mercato azionario, eliminando ulteriori rischi che invece inconsapevolmente si corrono acquistando singoli titoli azionari, uno fra tutti il rischio specifico, legato alla mancanza di diversificazione.

Anche i fondi azionari vanno saputi scegliere

E’ vero, inutile girarci intorno. Non sempre i fondi azionari sono gestiti in maniera eccezionale. In alcuni (non pochi) casi, il costo del fondo azionario non viene ripagato dalle performance del fondo. Occorre scegliere i migliori.

Il segreto? Fai scegliere i fondi a chi ne è capace, ad un bravo consulente finanziario. Il suo lavoro, tra le altre cose, consiste nell’individuare i migliori strumenti finanziari (fondi azionari, obbligazionari e non solo), in modo da creare un portafoglio in linea con il tuo profilo di rischio, estremamente diversificato, efficiente dal punto di vista dei costi complessivi.

Il risultato?

Avrai una folta squadra di gestori professionisti, scelti accuratamente dall’esperienza consolidata del consulente finanziario, ognuno specializzato nel suo mercato di riferimento, tutti al tuo servizio. Il tuo portafoglio sarà composto da centinaia, se non migliaia di titoli azionari ed obbligazionari di tutto il mondo e di tutti i settori e le azioni non saranno più strumenti “pericolosissimi” bensì ottime amiche, preziose alleate per il raggiungimento dei tuoi obiettivi finanziari.

Ciao, alla prossima.

Questa volta è diverso

Sir John Templeton, considerato uno dei più saggi e rispettati investitori al mondo, le considerava le 4 parole che si pagano di più: “Questa volta è diverso“. Ogni volta che una nuova crisi finanziaria si abbatte sui mercati queste quattro paroline iniziano a farsi strada nella mente degli investitori fino a prendere il controllo della loro emotività. Oggi parliamo di questo, lo facciamo come sempre con parole semplici.

Le crisi finanziarie dal 1987 ad oggi

  • 1987: Lunedì nero
  • 1991: Guerra del Golfo
  • 2000: Bolla di Internet
  • 2001: Attacco alle Torri Gemelle
  • 2008: Crisi dei mutui subprime e fallimento Lehman Brothers
  • 2010: Salvataggio Grecia
  • 2011: Crisi del debito Eurozona
  • 2015: Crisi cinese
  • 2016: Brexit
  • 2018: Rialzo dei tassi FED e guerra dei dazi tra USA e Cina
  • 2020: Coronavirus

Sono solo le crisi finanziarie più note e ancora vive nella mente degli investitori, quelle che hanno riempito le prime pagine di giornali e telegiornali per mesi.

Una catastrofe dopo l’altra

Sapete cosa hanno in comune, per la gran parte degli investitori, queste crisi finanziarie? Sono sempre nuove, inedite, diverse dalle crisi precedenti! “Questa volta è diverso”, quindi? Meglio salvare il salvabile, di corsa a vendere tutto!

Chissà che batoste per chi non ha mai venduto

Fortunatamente sono pochi gli “sventurati” ed “incoscienti” che, contro ogni logica, decidono di rimanere investiti nonostante le crisi finanziarie e si ostinano a tener fede ai loro obiettivi finanziari di lungo termine.

Proviamo ad immaginare, per puro sadismo, quanti spiccioli si ritroverebbe oggi in tasca un folle che nel 1987 avesse investito 30.000 dollari sul mercato azionario americano e fosse oggi ancora investito. Dopo aver preso in piena faccia tutto l’elenco delle crisi viste in precedenza, chissà se gli rimarrebbe abbastanza per una cena al ristorante!

Fonte: Yahoo Finance

Il poveraccio, sventurato ed incosciente, si ritroverebbe in tasca i soldi per comprarselo il ristorante, non per andarci a cena! L’investimento avrebbe infatti fruttato il 1.065, 32%, decuplicando l’investimento iniziale.

Esperienza e memoria

Lo insegna Daniel Kahneman, psicologo israeliano, esperto di finanza comportamentale e vincitore del premio Nobel per l’economia nel 2002. Le crisi del passato sono facilmente leggibili con il senno di poi perché sono archiviate nella memoria, non si è più emotivamente coinvolti. La crisi attuale è invece associata all’esperienza, ci siamo dentro con i nostri denari e con le nostre emozioni, con la tasca e con la pancia!

Se ci pensi è abbastanza ovvio che ogni nuova crisi sia diversa dalle precedenti; perché se fosse identica ad una crisi già vissuta in passato semplicemente non si tratterebbe di una crisi, non si tratterebbe di un cigno nero, in quanto sarebbero già noti gli antidoti e le soluzioni per risolverla.

Più di un secolo di storia dei mercati finanziari ci insegna che le crisi vengono sempre superate e lasciano spazio a nuovi e lunghi momenti di crescita economica e finanziaria.

La crisi del coronavirus

Ma questa volta è davvero diverso!“. Non è una crisi che nasce nel mondo finanziario, è originata da un fattore esogeno, da un virus. Tutto giusto, tutti concordi nel dire che ci sarebbero voluti anni affinché i mercati recuperassero le perdite. Tutti d’accordo, tutti tranne… i mercati! Che oggi, in barba ai tanti, tantissimi, troppi, che hanno preferito disinvestire, hanno recuperato quasi tutto nel giro di neanche tre mesi.

La crisi è finita, superata? Chi può dirlo, ma se alla lunga i mercati risalgono sempre e se l’orizzonte temporale del tuo investimento è ancora lontano, allora resisti alla paura (clicca qui per leggere un mio post dedicato), rimani focalizzato, con metodo e disciplina; rimani investito, sfruttando a tuo vantaggio, dove possibile, occasioni di acquisto a prezzi che difficilmente si ripresenteranno.

Ciao, alla prossima.