Tassi di Interesse Negativi: che significa?

Credo tu ne abbia sentito parlare. In molti Paesi del Mondo sono in vigore dei tassi di interesse negativi. Ma che vuol dire? E quali possono essere le conseguenze per le persone? Te ne parlo in questo post, come sempre con parole semplici.

Una famiglia danese compra casa

Tassi di Interesse Negativi: che significa?

I signori SØrensen hanno deciso di comprare casa. Per questo motivo hanno deciso di fare un mutuo in Banca. Sanno che accendere un mutuo vuol dire in pratica prendere dei soldi in prestito dalla Banca per poi restituirli a rate in 20-30 anni assieme ad un interesse, che rappresenta il costo per aver preso a prestito dei soldi.

E’ uno scherzo, vero?

Non appena la Banca gli propone una simulazione del piano di ammortamento del mutuo i signori SØrensen scoprono che dovranno restituire di meno di quello che la Banca gli sta prestando! Sembra assurdo, ma è proprio così. La somma delle rate che i signori SØrensen pagheranno è inferiore al capitale iniziale! Ecco cosa vuol dire tassi di interesse negativi per chi prende soldi a prestito: una fantastica notizia!

E’ di qualche giorno fa la notizia che una Banca danese inizierà ad applicare tassi di interesse negativi sui mutui; puoi approfondire cliccando qui!

Una famiglia tedesca vuole investire in obbligazioni governative

Tassi di Interesse Negativi: che significa?

I signori Schneider hanno deciso di investire i loro risparmi, a condizione però che il rischio sia bassissimo, addirittura nullo. L’impiegato di Banca gli propone di investire in obbligazioni governative tedesche a 10 anni, i famosi Bund, assicurando loro che si tratta dell’investimento meno rischioso in assoluto, grazie alla granitica solidità del governo tedesco.

Fonte: Investing.com

C’è solo un piccolo dettaglio.

“Cari signori Schneider, riceverete un rendimento annuo dello 0,5%; acquistate oggi il titolo obbligazionario pagandolo l’11,35% in più e tra 10 anni vi verrà restituito il capitale”. I coniugi Schneider stanno per firmare quando all’improvviso la signora aggrotta la fronte e chiede: “ma mi scusi, noi prenderemo lo 0,5% per 10 anni – quindi il 5% complessivo – e oggi paghiamo invece l’11,35%? Ma così perdiamo complessivamente più del 6%!!!“.

Tassi di Interesse Negativi: che significa?

Oggi un investitore tedesco che decide di acquistare un titolo governativo a 10 anni deve pagare in 10 anni più del 6%! Acquistare uno strumento finanziario con rendimento negativo vuol dire in pratica non percepire un rendimento ma sostenere un costo.

Caro governo tedesco, visto che sei così solido e sicuro, ti prego di tenere i miei soldi per 10 anni; per questo sono disposto a pagarti!

Il mondo al contrario

Provate a raccontare a vostro padre o meglio a vostro nonno quello che sta succedendo: è il mondo al contrario. Assolutamente controintuitivo e illogico; invece è tutto vero.

Tassi di Interesse Negativi: che significa?
Fonte: Deutsche Bank per CNBC

In questo momento nel mondo più di 15 trilioni di dollari (per capirci parliamo di 15 mila miliardi di dollari!) sono investiti con rendimento negativo e la cifra è più che raddoppiata in meno di un anno!

L’inizio di una nuova era

L'inizio di una nuova era

Dove porterà tutto questo? Difficile se non impossibile dirlo. Potremmo essere, per dirla alla Jovanotti, all’Inizio di una nuova Era, dove i tassi nulli o negativi diventeranno la nuova normalità. Dove mantenere dei soldi sul conto corrente diventerà oneroso per il cliente. Dove la moneta reale a la moneta digitale avranno quindi rendimenti diversi (rendimento nullo per i soldi contanti – quelli che abbiamo in tasca – e rendimento negativo per i soldi digitali – quelli che abbiamo sui conti correnti).

Il mondo degli investimenti

Il risparmio

Se mi hai seguito fin qui credo tu abbia capito che il modo di investire tipico dei risparmiatori italiani non esiste più; in Italia, infatti, la maggior parte dei risparmiatori, fino a qualche anno fa, era solita acquistare esclusivamente obbligazioni governative e/o obbligazioni bancarie. Questo tipo di investimento garantiva dei rendimenti più che soddisfacenti (in alcuni anni anche dei rendimenti sensazionali!) a fronte di un rischio irrisorio.

Il lato positivo

Il contesto è diventato più sfidante; per ottenere dei rendimenti occorre oggi una attenta pianificazione ed una selezione accurata degli strumenti. Occorre maggiore cultura finanziaria e maggiore competenza. Non basta più acquistare il titolo di turno o il prodotto del momento. Bisogna evolvere da “rinnovatore seriale di obbligazioni” ad Investitore con la “I” maiuscola.

La buona notizia è che si può fare! A condizione però di affidarsi ad un professionista serio e competente, che ti sappia guidare nella pianificazione e che ti supporti emotivamente nella fase di transizione.

In un mondo infarcito di obbligazioni a tassi negativi è possibile portare a casa dei rendimenti positivi più che soddisfacenti, anche rischiando poco. Se non ci credi ti invito a leggere il mio post Un esempio di Investimento a Rischio Molto Basso, cliccando qui.

Ciao, alla prossima.

Un esempio di Investimento a Rischio Molto Basso

Se segui i miei post su blogfinanziario saprai certamente che non può esistere rendimento senza rischio. All’aumentare dell’uno deve necessariamente aumentare anche l’altro. Pertanto se ambisci ad un rendimento atteso alto devi necessariamente accettare un rischio alto.

Investire senza rischiare assolutamente nulla è impossibile. Se qualcuno ti propone investimenti ad alto rendimento con rischio bassissimo o addirittura nullo c’è solo una cosa da fare: scappare a gambe levate! Ma investire rischiando poco è assolutamente possibile a condizione di avere un orizzonte temporale minimo di almeno 3 anni. Oggi provo a dimostrartelo, ovviamente con parole semplici.

Se vuoi scoprire come è possibile investire rischiando davvero poco allora ti consiglio di continuare a leggere questo post.

Le paure di Maria

Maria ha dei soldi sul conto corrente da qualche anno ormai. Sono lì per far fronte a futuri imprevisti, non ha spese imminenti in programma ma ha paura ad investirli. La paura di perderli a causa di un investimento sbagliato è troppo grande. I recenti scandali a scapito di poveri risparmiatori italiani sentiti al telegiornale hanno amplificato le sue paure. Hanno scalfito la cosa più importante: la fiducia di Maria nel mondo bancario.

Un esempio di Investimento a Bassissimo Rischio

Eppure tenere i soldi sul conto corrente non è una soluzione. L’unica certezza, tenendo i soldi inerti sul conto, è di vederne diminuire il valore reale a causa dei costi e dell’inflazione. Te ne parlo nel post “Il Conto corrente? E’ sicuro… che perdi!“. Clicca qui per leggere l’articolo.

Le chiavi del successo

Ecco gli ingredienti per costruire una proposta di investimento adatta alla signora Maria:

  • Elevata diversificazione
  • Strumenti di investimento di alta qualità
  • Costi contenuti
  • Orizzonte minimo di detenzione: 3 anni

Vediamo assieme un esempio di proposta da presentare alla signora Maria.

Un esempio di Investimento a Bassissimo Rischio
Simulazione effettuata con piattaforma Quantalys

Portafoglio composto da un 80% di strumenti obbligazionari e 20% di strumenti azionari

Come detto la signora Maria si deve impegnare a mantenere le somme investite per almeno 3 anni. Pertanto vediamo come si sarebbe comportato questo portafoglio negli ultimi 3 anni e, per valutarne la bontà, lo confrontiamo con un indice di mercato, precisamente l’indice Bilanciato Prudente globale espresso in euro e con un BTP a breve scadenza (scadenza 15 Settembre 2022).

Un esempio di Investimento a Bassissimo Rischio
Simulazione effettuata con piattaforma Quantalys

Nel triennio appena concluso l’investimento proposto alla signora Maria avrebbe avuto un rendimento complessivo del 11,79% (rendimento annuo del 3,78%) a fronte di un rischio pari a 2,90. Nel triennio la perdita massima sofferta sarebbe stata del 3,93%.

Nello stesso periodo l’Indice Bilanciato Prudente Globale in Euro, che in pratica misura il rendimento del mercato a parità di rischio, ha reso complessivamente il 3,01% (rendimento annuo del 0,99%) con una perdita massima del 5,95%. Per correttezza va detto che il rischio dell’indice Bilanciato Prudente è leggermente inferiore di quello della nostra Proposta Prudente, attestandosi a 2,81 contro 2,90; la differenza è però davvero minima.

Infine il BTP con scadenza 15 Settembre 2022, nel triennio 2016- 2019 avrebbe registrato un rendimento complessivo dell’1,60% (rendimento annuo pari a 0,53%) a fronte di un rischio sensibilmente maggiore pari a 4,97 e con una perdita massima di 8,24%.

Mica male, non credi?

Un Investimento a rischio molto basso è dunque possibile, a condizione di mantenerlo per almeno 3 anni. Va detto che i rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri, va detto che in caso di una brusca correzione di mercato anche la nostra proposta, in un periodo breve, ne risentirebbe, però va anche detto che, come dimostra il grafico seguente, nel 90% dei casi il rendimento del nostro portafoglio, tra 3 anni sarà positivo.

Un esempio di Investimento a Bassissimo Rischio
Simulazione effettuata con piattaforma Quantalys

La signora Maria forse oggi sarebbe un pò più contenta se disponesse di tutti i suoi risparmi e di un ulteriore 11,79%, non credi? I 3 anni minimi di detenzione dell’investimento servono proprio ad avere il tempo necessario a recuperare dalle correzioni di mercato che sono per loro natura assolutamente imprevedibili.

Le Banche e i Consulenti Finanziari non sono tutti uguali

Se le tue esperienze non sono state delle migliori, se non credevi possibile ottenere dei rendimenti dignitosi con un rischio minimo, forse è il caso di cominciare a guardarti in giro alla ricerca di un bravo e serio Consulente Finanziario. Le Banche e i Consulenti non sono tutti uguali.

Se ti ho incuriosito e se lo desideri, puoi contattarmi per ulteriori chiarimenti cliccando qui. Sono a tua completa disposizione per una consulenza gratuita e personalizzata.

Un esempio di Investimento a Bassissimo Rischio

Ricordati che il tuo risparmio, dopo la salute, è la cosa più importante che hai.

Ciao, alla prossima.

Prevenire è meglio che curare

Ci sono alcuni spot pubblicitari che rimangono in mente più di altri. Chi è grande abbastanza ricorderà certamente quello della Mentadent (nota azienda di dentifrici e spazzolini da denti) degli anni ’90 che terminava sempre con un dentista che recitava la frase “Prevenire è meglio che curare”. Te lo ripropongo qui di seguito.

Fonte: Youtube

Prevenire è meglio che curare: il consiglio è certamente tra i più azzeccati. In tantissime sfere della vita oggi stiamo giustamente attenti alla prevenzione, soprattutto per quanto attiene la nostra salute e quella dei nostri cari. Ci sono eventi della vita che, una volta verificatisi, sono irreversibili, non ci permettono di poter tornare indietro. E non c’è cosa peggiore di essere costretti a dire: “se solo ci avessi pensato prima!”

La salute certo, ma non solo

Per quanto sono d’accordo con te che la salute è l’ambito più importante cui applicare il principio della prevenzione, oggi non è l’unico. C’è un altro rischio che va assolutamente prevenuto: quello di sopravvivere ai propri risparmi! L’aumento dell’aspettativa di vita media, sommato al drastico calo delle pensioni medie che attende l’attuale forza lavoro rendono molto concreto il rischio di ritrovarsi ad un certo momento senza denaro sufficiente. Clicca qui per leggere un articolo di Repubblica dedicato proprio a questo tema.

Prevenire è meglio che curare

L’ex Presidente dell’INPS Tito Boeri ha detto con chiarezza che allo stato delle cose un trentenne di oggi potrà smettere di lavorare solo all’alba dei 75 anni, e per percepire dei simpatici assegni da fame. Chi ha avuto l’ardire di nascere dopo il 1980 sgobberà cioè tutta la vita, al fine di irrorare la pensione di chi è cresciuto in un’epoca di diritti sociali, ma anche di privilegiati, ladri ed evasori abbastanza asociali. E ne verrà ricompensato con un epilogo esistenziale a base di fatica e di stenti (stralcio di un articolo di Massimo Gramellini su La Stampa; clicca qui per leggere l’articolo completo).

Il tempo è tutto

Prevenire è meglio che curare

La famosa frase “Il tempo è denaro” è assolutamente calzante nella prevenzione del longevity risk. Cominciare ad accantonare una piccola parte del proprio reddito sin da subito è l’unica soluzione al rischio di sopravvivere ai propri risparmi. A meno che anche tu non sia convinto (come molti purtroppo) che sia sufficiente comprare biglietti della lotteria o gratta e vinci vari.

Se a 25-30 anni puoi costruirti una buona pensione integrativa anche con un versamento mensile del 5-10% del tuo reddito (a patto di continuare a versare costantemente per i successivi 35-40 anni) decidendo di iniziare a 50 anni avrai bisogno, sempre che il tuo reddito lo consenta, di versare molto di più per ottenere una integrazione dignitosa alla tua pensione.

Il ruolo etico del Consulente Finanziario

Prevenire è meglio che curare

Il Consulente Finanziario ha una grande responsabilità in questo ambito. Un bravo Consulente deve divulgare quanto più possibile tali informazioni ai suoi clienti, deve fare in modo che quante più persone possibili siano consapevoli del rischio di sopravvivere ai propri risparmi. Deve farlo con tenacia, in un contesto nel quale i mezzi di informazione non ne parlano a sufficienza (tranne quelli specializzati). E’ un dovere morale, etico.

Fondi di previdenza complementare, ma non solo

Lo Stato italiano, consapevole della necessità che i lavoratori contribuiscano volontariamente ad arginare tale fenomeno, ha predisposto tutta una serie di agevolazioni per coloro i quali decidono di aderire alla previdenza complementare. Agevolazioni di varia natura, destinate ai lavoratori dipendenti che decidono di destinare il proprio TFR e i loro contributi volontari alla previdenza complementare; destinate ai datori di lavoro i cui dipendenti aderiscono a tali forme; destinate ancora ai lavoratori autonomi e ai genitori che alimentano le pensioni integrative di figli fiscalmente a carico.

Prevenire è meglio che curare

Ma è importante ribadire un concetto che ho già affrontato in questo articolo del blog dal titolo Facciamo chiarezza sulla Previdenza Complementare (clicca sul titolo del post per approfondire): la Previdenza Complementare è un progetto, non è un prodotto! L’obiettivo è quello di pianificare un investimento che assolva al compito di creare una previdenza integrativa; pertanto l’obiettivo può essere raggiunto con qualunque strumento finanziario, non necessariamente con un fondo di Previdenza Complementare.

E allora cosa aspetti?

Prevenire è meglio che curare

Se non sei ancora tornato dalle vacanze, goditi le meritate ferie, ma al tuo rientro non procrastinare. Se reputi che anche tu potresti correre il rischio di ritrovarti in età avanzata con mezzi finanziari non sufficienti per un tenore di vita dignitoso devi agire adesso, immediatamente: prevenire è meglio che curare! Parla con il tuo consulente finanziario (anche se in realtà avrebbe già dovuto parlartene lui!) e pianifica un investimento a lungo termine finalizzato ad assicurarti una vecchiaia agiata e spensierata.

Ciao, alla prossima.