Uscire dai fondi obbligazionari quando i tassi salgono: una scelta giusta?

E’ corretto liquidare le posizioni detenute in fondi obbligazionari quando sul mercato i tassi di interesse salgono? E’ un quesito che mai come in questo momento è di grande attualità visto che, dopo un lungo periodo di tassi in discesa, stiamo assistendo all’inizio della loro risalita.

Molti investitori hanno deciso di uscire dagli strumenti obbligazionari, vendendo le quote in loro possesso e registrando, nella maggior parte dei casi, un rendimento di periodo negativo. E neanche a dirlo in pole position, tra gli investitori che vendono, ci sono gli italiani. Molti risparmiatori del Bel Paese, alla vista del rendimento negativo da inizio anno, hanno deciso di liquidare la posizione. In questo post proviamo a capire se questa scelta è corretta o meno.

L’uovo o la gallina

Che i tassi di interesse fossero destinati a risalire non è un mistero, ed è noto (o almeno dovrebbe esserlo) che quando i tassi salgono, in un primo momento, si assiste ad una discesa del valore delle obbligazioni (se il meccanismo non ti è chiaro ti invito a leggere questo post). Quindi l’unica motivazione plausibile che sta portando tanti risparmiatori a liquidare in perdita le posizioni va ricercata nella loro insufficiente cultura finanziaria. Semplicemente non si conoscono a sufficienza le caratteristiche elementari degli strumenti obbligazionari. Il fondo obbligazionario viene valutato alla stregua di un titolo azionario e, vedendone scendere la valorizzazione, si decide di vendere per la paura di poter subire perdite maggiori.

In pratica in fase di acquisto il fondo obbligazionario rappresentava, nella scelta dell’investitore, il desiderio di guadagnare nel breve periodo senza però voler rischiare nulla. Si cercava l’uovo oggi, non la gallina domani. Quando dopo qualche mese non solo non c’è traccia dell’uovo ma addirittura si assiste ad una discesa delle quotazioni, e non si capisce il perché questo avvenga, ecco che l’emotività si fa strada nella mente, ecco che prende il sopravvento, alimentata dal clima di pessimismo e dalle notizie allarmistiche dei mass media. E quindi di corsa a vendere tutto, non vedendo l’ora di tornare nel tanto tranquillo conto corrente!

Cosa c’è dentro ad un fondo obbligazionario?

Ti dò una notizia sconvolgente, preparati. Sai cosa c’è dentro ad un fondo obbligazionario? Non ci crederai, ci sono obbligazioni! E le obbligazioni, alla loro scadenza contrattuale, a meno di fallimento dell’emittente, tornano al valore iniziale. Tutte le oscillazioni cui il loro prezzo è soggetto (positive quando i tassi scendono e negative quando i tassi salgono) alla scadenza non contano più nulla e si rientra in possesso del capitale investito! Sbalorditivo, vero? E’ l’ABC del mondo degli investimenti. Allora io mi faccio una domanda: se non hai chiaro questo meccanismo perché hai comprato un fondo obbligazionario? E me ne faccio anche un’altra: se invece hai chiaro questo meccanismo, per quale motivo stai vendendo il tuo fondo adesso? 

Per chi vuole la gallina

Il mondo degli investimenti non è per chi vuole l’uovo oggi, forse per un pò di tempo lo è stato, ma di certo per un bel pezzo non lo sarà più. Il mondo degli investimenti è per chi vuole la gallina domani, forse anche dopodomani, per chi ha fatto una corretta e attenta pianificazione, per chi ha effettuato una corretta diversificazione tra azionario ed obbligazionario, per chi ha accettato e digerito l’idea che la somma investita sarà indisponibile per un numero minimo di anni, non meno di 3-5 anche per le allocazioni più prudenti. 

Il fondo obbligazionario con i tassi crescenti

Immagina adesso di possedere uno o più fondi obbligazionari ben gestiti, con titoli emessi da soggetti ad alto rating, con prevalenza di scadenza brevi, con una buona diversificazione tra obbligazioni governative e societarie di diversi Paesi. I tassi stanno salendo, giusto? Bene, oramai lo sai, in prima battuta, inevitabilmente, assisterai alla discesa delle quotazioni. Ma poi che succederà? Succederà che i titoli man mano giungeranno alla loro naturale scadenza; succederà che i titoli, come sempre, staccheranno la cedola. 

Fin qui ci sei? Tutto chiaro? Bene. Sai cosa farà il fondo con i soldi che provengono dalle scadenze e dalle cedole? Certo che lo sai! Comprerà altre obbligazioni, soltanto che stavolta saranno titoli a tassi di interesse più alti, visto che questi ultimi sono in crescita. E questo processo continuerà fin quando i tassi continueranno a salire. Il fondo continuerà nel suo processo di adeguamento e ci sarà un momento in cui tu raccoglierai tutti i frutti di questa risalita dei tassi. Quando sarà questo momento? Forse domani, forse tra un mese, forse tra un anno, forse tra 2 o 3 anni. Oggi non è dato saperlo, ma stai certo che arriverà.

Torniamo alla domanda iniziale

E’ corretto uscire dai fondi obbligazionari quando i tassi salgono? Alla luce di quanto detto finora, vista da questa nuova prospettiva, avendo il giusto tempo davanti, questa vicenda del rialzo dei tassi di interesse non è per forza una cattiva notizia!

Forse ora che ne conosci il funzionamento un fondo obbligazionario ti farà meno paura, e forse vivrai le sue naturali oscillazioni con meno emotività e con più consapevolezza e forse, piuttosto che pensare di liquidare la posizione, potresti pensare ad incrementarla!

Risparmio amministrato o gestito?

Nell’ultimo post pubblicato ci siamo lasciati con una domanda: meglio investire utilizzando singoli titoli azionari e obbligazionari, quindi strumenti di risparmio amministrato, o farlo adoperando strumenti di risparmio gestito, come ad esempio i fondi comuni di investimento e le Sicav? In sintesi meglio il risparmio amministrato o il risparmio gestito?

Il risparmio amministrato

Prima di giungere alla risposta vediamo brevemente le caratteristiche del risparmio amministrato. Se hai deciso di investire mediante l’acquisto di strumenti di risparmio amministrato vuol dire che hai aperto un dossier titoli presso una Banca, cioè un contenitore abilitato a contenere dei titoli finanziari. La Banca si occuperà di custodire i tuoi titoli finanziari e si occuperà altresì di gestire a tuo nome gli aspetti fiscali legati agli investimenti. A fronte di questo servizio pagherai alla Banca le spese di custodia titoli.

L’indubbio punto di forza del risparmio amministrato rispetto al risparmio gestito sta nel fatto che i costi complessivi sono inferiori, in quanto si limitano ai costi di custodia del dossier titoli e alle commissioni di vendita o di acquisto degli strumenti finanziari. Nel risparmio gestito dovremo aggiungere anche le spese di gestione (da cui appunto il nome risparmio gestito).

Bene, hai aperto il deposito titoli, adesso hai in pratica un bel contenitore vuoto. Sei pronto ad acquistare i tuoi primi titoli. Di norma i titoli finalizzati all’investimento che vorrai comprare inizialmente sono le azioni e le obbligazioni.  

Le azioni

Le azioni sono in pratica delle piccole parti di una società; il possessore di una azione possiede un piccolo pezzetto dell’azienda. L’azionista non è quindi un creditore bensì un socio, per cui partecipa in egual misura ai guadagni e alle perdite. Se pensi che una società abbia le carte in regola per crescere ed espandersi, decidi di acquistarne un pezzetto acquistando delle azioni.

Se ci hai visto giusto e l’azienda cresce, si espande ed ha successo, il valore del tuo investimento aumenterà. Non solo, un’azienda che cresce produce degli utili. Questi possono essere reinvestiti, in tutto o in parte nella società stessa, ma possono anche essere redistribuiti ai soci. E ricorda, se possiedi delle azioni, sei un socio anche tu! Quindi, nel caso l’azienda decidesse di distribuire una parte o tutti gli utili ai soci anche tu riceverai la tua parte. Gli utili distribuiti agli azionisti si chiamano dividendi e li vedrai accreditati sul tuo conto corrente il giorno dello stacco stabilito dalla società. 

Va da sé che se l’azienda va in difficoltà, entra in crisi e non riesce ad uscirne, il valore delle azioni inizierà a diminuire; non essendoci utili da distribuire non riceverai alcun dividendo e, in estrema ratio, potresti vedere azzerare il valore del tuo investimento se l’azienda dovesse fallire!

Le obbligazioni

Abbiamo già parlato delle obbligazioni (clicca qui per scoprirne le caratteristiche principali o clicca qui per conoscerne i principali rischi). L’obbligazionista è un creditore della società cui ha deciso di prestare delle somme con la promessa di averli restituiti ad una determinata scadenza e di ricevere periodicamente degli interessi sotto forma di cedole. E se l’azienda fallisce? Sarà un bel problema rivedere il tuo capitale! Pensi sia impossibile o comunque molto difficile? Non la penseresti così se avessi acquistato recentemente obbligazioni di Astaldi o di CMC Ravenna.

Investire in azioni e obbligazioni

Investire con il risparmio amministrato vuol dire quindi acquistare titoli azionari e titoli obbligazionari, diventando in pratica socio o creditore di una o più società. Poiché stiamo parlando di investimento e non di speculazione (qui trovi la differenza tra risparmio, investimento e speculazione) il tuo obiettivo è quello di ottenere un accrescimento del capitale nel medio lungo periodo.

Per avere una ragionevole certezza che questo avvenga, devi avere una altrettanto ragionevole certezza che la società o le società su cui hai puntato mantengano la loro solidità nel futuro e che il loro valore di mercato aumenti progressivamente nel tempo. Per questo motivo chi decide di investire in titoli azionari o obbligazionari dovrebbe essere costantemente aggiornato sullo stato di salute delle aziende sulle quali ha investito, dovrebbe conoscerne i bilanci, i business plan, gli assetti societari, i rumors etc etc.

Il risparmio gestito

Se hai deciso di investire adoperando strumenti di risparmio gestito allora non acquisterai direttamente titoli azionari e/o obbligazionari, ma li acquisterai indirettamente, Che vuol dire?

Semplice, vuol dire che uno o più gestori professionisti lavoreranno per te. Decideranno cosa comprare, quanto comprarne, per quanto tempo tenerlo e, se necessario, cosa rivendere e cosa sostituire. E questo servizio ha naturalmente un costo, misurato dalle commissioni di gestione annue del fondo. 

Se vuoi approfondire, ti invito a leggere il mio post dal titolo Come funzionano i Fondi Comuni di Investimento

Ecco la mia risposta

Adesso posso svelarti la mia risposta. Non ho il minimo dubbio nel consigliarti di scegliere il Risparmio Gestito ed ecco le mie motivazioni.

Diversificazione

Un strumento finanziario di risparmio gestito, che sia un fondo, una Sicav o uno strumento assicurativo di investimento, che contenga azioni, obbligazioni o entrambe, è sempre caratterizzato da un elevato grado di diversificazione: acquistando poche o tante quote di un fondo, acquisti indirettamente titoli di centinaia, a volte di migliaia di società diverse, appartenenti a settori diversi, con sedi in Paesi diversi.

In questo modo elimini un’elevata percentuale di rischio dal tuo investimento, quel rischio che prende il nome di Rischio Specifico. Il tuo investimento non è più messo a repentaglio dal fallimento di una società, che, ci tengo a ricordarti, per quanto improbabile è sempre possibile! Non risentirà eccessivamente della crisi di un settore dell’economia, essendo diversificato su tanti settori. Il tuo investimento non è più esposto esclusivamente al rischio di un singolo Paese, in quanto è diversificato su tanti Paesi.

Gestione attiva

Investire nei mercati finanziari non è come fare una passeggiata al parco in una giornata di sole. Quando tutti i mercati salgono e c’è bonaccia, è facilissimo sentirsi dei maghi della finanza. Ma, caro amico, è bene che tu sappia subito una cosa molto importante! Il mercato finanziario è un’arena, una giungla difficile da affrontare se non si ha il giusto equipaggiamento, sia informativo sia emotivo. Affrontare le normalissime e fisiologiche turbolenze del mercato, può essere un’esperienza davvero spiacevole quando i tuoi titoli, che pensavi sicuri e granitici, iniziano a vacillare e tu non sai assolutamente cosa fare (vendo e scappo? e se poi risale? no, no… compro ancora? e se continua a scendere? no, no… aiutoooo!!!!).

Affidarsi alla gestione attiva di uno o più team di gestori professionisti vuol dire delegare queste decisioni a loro, vuol dire focalizzarsi sull’orizzonte temporale scelto e semplicemente non pensarci più; pagherai qualcosina in termini di commissioni di gestione ma affidi i tuoi soldi a dei gladiatori, abituati a vivere dentro l’arena, ad agire tempestivamente quando è opportuno, ad attaccare senza esitazione o a difendersi strenuamente a seconda delle condizioni di mercato.

Non tutti gli strumenti di risparmio gestito sono uguali però! Bisogna stare attenti ai fondi molto costosi, ai gestori meno bravi, insomma ai fondi qualitativamente insufficienti, e ce ne sono tanti! …e quindi?

Le migliori materie prime e le migliori ricette

Se gli strumenti di risparmio gestito, per le caratteristiche finora viste, possiamo definirli come ingredienti (di ottima qualità, ma anche di media o scarsa qualità), adesso hai probabilmente bisogno di un grande chef che sappia scegliere gli ingredienti migliori, che abbia le ricette giuste, che sappia come dosare gli ingredienti e come cucinarli.  

Hai bisogno di un bravo consulente finanziario che, dopo aver dedicato del tempo a conoscerti bene, dopo averti ascoltato tanto, dopo averti aiutato ad individuare ed a mettere a fuoco i tuoi obiettivi finanziari sia in grado, con le competenze e l’esperienza necessaria, di scegliere le migliori materie prime (strumenti di risparmio gestito), e di creare tante pietanze quanti sono i tuoi obiettivi di investimento. Pietanze che avranno dei tempi di cottura lunghi, a volte molto lunghi; pietanze che durante la cottura potrebbero a volte risultare un pò amare, potrebbero assumere per qualche tempo un odore sgradevole ma che, una volta pronte, saranno deliziose!

Come funzionano i Fondi Comuni di Investimento

Hai finalmente deciso che è arrivato il momento di investire; ma quali ingredienti è meglio mettere all’interno del tuo investimento? Titoli obbligazionari e azioni, ma quali? Hai sentito parlare dei fondi comuni di investimento, ma non sai bene di cosa si tratta e non sapresti da che parte cominciare.

Decidi di chiedere l’aiuto di un gestore o di un Consulente Finanziario. Dopo un serie di incontri avete condiviso gli obiettivi che intendi raggiungere, la durata dell’investimento e il rischio che sarai in grado di tollerare. Bene. Il Consulente ti propone di realizzare questo investimento mediante la sottoscrizione di Fondi Comuni di Investimento e Sicav, strumenti appartenenti alla famiglia del Risparmio Gestito.

Ma cosa sono questi Fondi Comuni di investimento? Ma cosa sono queste Sicav? Di che diavolerie sta parlando? Ecco che la diffidenza si fa strada nella tua testa e ti ritrovi davanti ad un bivio:

  • ti affidi al gestore o al Consulente Finanziario anche se non hai capito bene quello che ti sta proponendo (sospettando stia agendo principalmente per i suoi interessi o per quelli della Banca rifilandoti qualche fregatura);
  • decidi di rifiutare la proposta e lasciare i soldi sul conto corrente.

Spesso il film si conclude così; oggi invece proviamo a cambiare il finale. Proverò infatti a spiegarti, con parole semplici, come funzionano i Fondi Comuni di Investimento e le Sicav. Potresti scoprire che tutto sommato non sono poi così male, anzi. E allora cosa aspettiamo? Cominciamo subito.

Iniziamo col dire che il funzionamento di un Fondo Comune e di una Sicav sono praticamente identici; l’unica differenza sta nel fatto che se sottoscrivi delle Sicav diventi socio della Sicav stessa e quindi avresti la facoltà di intervenire alle assemblee societarie. Poiché si tratta di una differenza più formale che sostanziale, possiamo semplificare dicendo che per un investitore Fondi Comuni e Sicav hanno le stesse caratteristiche che adesso andiamo a scoprire.

Cos’è un fondo comune di Investimento

E’ un insieme di strumenti finanziari come ad esempio azioni, obbligazioni o altri fondi, detenuti da un gruppo di investitori e gestiti da un gestore professionale. L’obiettivo dichiarato dal fondo, che deve essere chiaramente identificato, determinerà la tipologia di strumenti finanziari che il fondo può comprare.

Capiamolo meglio con un esempio

Ti piacerebbe acquistare azioni del mercato italiano ma non sapresti quali azioni acquistare, pertanto decidi di acquistare un fondo comune che ha come obiettivo dichiarato quello di acquistare esclusivamente azioni del mercato italiano. In gergo hai deciso di acquistare un Fondo Azionario Italia. Tu ti limiti a dare i tuoi soldi al gestore del fondo il quale li adopererà per acquistare azioni italiane. In cambio otterrai delle quote del fondo azionario Italia prescelto. Se il fondo ha dei rendimenti positivi il valore della quota aumenterà, viceversa il valore della quota diminuirà. Il valore delle quote di ogni fondo viene pubblicato giornalmente, per cui saprai sempre qual è il controvalore dei tuoi investimenti e potrai in ogni momento aumentare il tuo investimento, diminuirlo o liquidarlo interamente.

Abbiamo quindi capito che acquistare quote di un fondo comune vuol dire delegare alla professionalità del gestore del fondo stesso la scelta di quali e di quanti strumenti finanziari (nell’esempio azioni italiane) acquistare. Il gestore sarà tanto più bravo quanto più avrà scelto le azioni che daranno in futuro il rendimento migliore o i ribassi minori.

E se decidessi di acquistare anche azioni americane?

Nessun problema; esistono ovviamente anche dei fondi o Sicav specializzati nel mondo azionario americano. Ma ti dirò di più: il mondo azionario americano può essere ulteriormente segmentato. Esistono infatti fondi specializzati che investono ad esempio esclusivamente nelle azioni di società americane di grandi dimensioni, oppure fondi che investono esclusivamente su azioni di società americane che staccano ogni anno elevati dividendi etc.

Ci sono fondi per tutti i gusti e per tutti i tipi di investitori. Un fondo azionario, ad esempio, può essere identificato per:

  • Area geografica (Azionario Globale, America, Europa, Italia, Paesi Emergenti, Africa, Russia etc.)
  • Settore (Azionario tecnologia, azionario società finanziarie, etc.)
  • Tema di investimento (intelligenza artificiale, robotica, acqua, etc.)
  • Capitalizzazione delle società (grande, media o piccola capitalizzazione)

e la lista potrebbe ancora continuare.

Adesso applichiamo lo stesso ragionamento al mondo delle obbligazioni.

Se non ti è chiaro come funziona un titolo obbligazionario ti invito a cliccare qui per andare al post dedicato, se non ti sono chiari i rischi di un titolo obbligazionario puoi invece cliccare qui. Adesso ti chiedo: ma invece di comprare un singolo titolo obbligazionario, puoi comprare un fondo obbligazionario? Ma certo, e anche qui avrai l’imbarazzo della scelta!

Fondi obbligazionari governativi societari, area euro, americani, globali, con titoli a scadenza lunga, con titoli a scadenza corta, con titoli emessi da società molto solide, con titoli emessi viceversa da società meno solide etc. etc.

Esistono anche i fondi bilanciati e i fondi flessibili dove, per semplificare, il gestore ha la possibilità di acquistare e gestire contemporaneamente sia strumenti azionari che obbligazionari e può farlo con delle proporzioni fisse (fondi bilanciati) o con delle proporzioni variabili (fondi flessibili).

Che confusione, ma come si fa a scegliere?

Tra due fondi che investono sullo stesso mercato come si fa a capire quale è il migliore? Ci sono vari modi ma intanto dobbiamo introdurre un concetto fondamentale, il concetto del benchmark.

Torniamo un attimo all’esempio del fondo azionario Italia. Hai comprato un fondo Azionario Italia e dopo un anno vedi che il fondo ha reso il 5%. Quindi è un buon fondo, giusto? La risposta non è così immediata. E con un esempio cerco di fartelo capire. Al telegiornale senti dire che il mercato azionario italiano ha reso il 15% nel corso dell’ultimo anno. Il tuo fondo ha reso il 5%. Sei ancora convinto che sia un buon fondo? Forse inizi a capire che il rendimento da solo ha poco significato per misurare la bontà di un fondo; occorre confrontarlo con il mercato di riferimento. Questo mercato di riferimento prende il nome di benchmark, ed è quel valore sul quale possiamo misurare la bontà di un fondo comune.

Allora, penserai tu, è molto facile! Basta individuare il fondo, tra gli azionari italiani, che ha avuto il rendimento migliore rispetto al benchmark e acquistare quello. E’ certamente una possibilità, ma sarebbe opportuno considerare anche altri fattori, quali ad esempio:

  • Quanto rischio si è preso il gestore per ottenere quel rendimento?
  • Da quanti anni esiste il fondo?
  • Quali sono stati i risultati del fondo degli ultimi anni?
  • Quanto costa il fondo?
  • Etc. etc.

Soltanto mettendo assieme tanti fattori possiamo avere una buona probabilità di individuare un fondo performante.

Un fattore molto importante è rappresentato dal costo di un fondo: dall’eventuale costo di ingresso e soprattutto dal costo annuo di gestione. E’ infatti banale affermare che a parità di tutte le altre condizioni un fondo zavorrato da costi maggiori otterrà risultati minori. Un costo maggiore può essere giustificato soltanto da rendimenti maggiori che si susseguono nel tempo. Se il gestore dimostra di essere costantemente il più bravo ha senso pagare di più.

Affidiamoci alle stelle

Un metodo per valutare la bontà di un fondo comune di investimento è quello di affidarsi alle stelle di Morningstar, una società che si occupa di attribuire a tutti i fondi presenti sul mercato un punteggio basato su tanti elementi di giudizio, tra cui anche il rischio assunto e i costi del fondo. Il punteggio viene espresso in stelle che possono andare da 1 a 5, dove 5 è il punteggio massimo ottenibile. Basta conoscere il nome completo del fondo o il suo codice identificativo, codice ISIN, e digitarlo nell’apposito spazio all’interno del sito Morningstar (clicca qui per visitare il sito).

Un portafoglio di fondi

Adesso spero di averti chiarito in cosa consiste il compito di un bravo Consulente Finanziario. E’ lui che si occuperà di scegliere, in base al tuo obiettivo di investimento, in base al tuo orizzonte temporale e al tuo profilo di rischio, quali ingredienti (e i fondi comuni di investimento sono soltanto una delle tante alternative) inserire nella tua soluzione di investimento, ed in quali dosi. E’ lui che si occuperà di monitorare l’andamento del portafoglio, di verificare che la bontà degli strumenti finanziari prescelti rimanga immutata per tutta la durata dell’investimento.

In conclusione

Adesso hai finalmente le idee più chiare riguardo al funzionamento di un fondo comune di investimento; pertanto spero che davanti ad una proposta ben formulata da parte del tuo Consulente Finanziario, in linea con i tuoi obiettivi di investimento, il finale del film possa essere diverso; mi auguro che tu possa sottoscrivere la proposta senza alcuna diffidenza!

Se mi hai seguito fin qui potresti a questo punto porti il seguente quesito: ok, ho capito che i fondi comuni di investimento sono molto diversificati, ne esistono tanti, posso individuare i migliori, ma ho capito anche che hanno dei costi di gestione più o meno alti, quindi non sarebbe meglio acquistare singoli titoli (azionari o obbligazionari) piuttosto che fondi comuni di investimento per risparmiare?

Ti rispondo immediatamente e senza alcuna esitazione: meglio i fondi comuni di investimento, e le motivazioni sono talmente tante che è meglio dedicare a questo argomento il prossimo post. Pertanto continua a seguirmi e a breve proverò a spiegarti perché preferire i fondi comuni di investimento, e più in generale gli strumenti di risparmio gestito, ai singoli titoli azionari o obbligazionari.