Il segreto per scegliere un buon fondo di investimento

Qual è il primo criterio che adoperi per scegliere uno fondo da acquistare? Istintivamente diresti il suo rendimento, giusto? Dovendo scegliere tra più fondi appartenenti alla stessa categoria probabilmente sceglierai quello con il rendimento maggiore nel periodo che intendi mantenerlo (3 anni, 5 anni, 10 anni etc.). Oggi proverò a illustrarti un metodo diverso per scegliere il giusto fondo o la giusta Sicav. Vuoi scoprire il segreto per scegliere un buon fondo di investimento? Allora prenditi qualche minuto, mettiti comodo e continua la lettura.

Il Rendimento finale (o trailing return)

Se scegli il fondo da acquistare selezionando quello che ha reso di più nel periodo di osservazione, ti limiti alla comparazione dei rendimenti finali. Facciamo un esempio che renda chiaro il concetto. Hai deciso di acquistare un fondo bilanciato prudente, diciamo 30% azionario e 70% obbligazionario. Non vuoi avvalerti della consulenza di un professionista e decidi di far tutto da te (contento tu!). Hai intenzione di mantenere il fondo per un orizzonte di 5 anni. Su internet riesci a tirar fuori una lista di fondi e Sicav bilanciati prudenti, ma adesso quale scegliere? Semplice, individui per ciascun fondo il rendimento degli ultimi 5 anni e decidi di acquistare il fondo che ha reso di più. Stai utilizzando i rendimenti finali. Credi sia un metodo infallibile? Io credo proprio di no.

Il rendimento rotativo (o rolling return)

Molti esperti di fondi comuni di investimento concordano nell’affermare che se vuoi basare la tua scelta sui rendimenti passati dei fondi, molto meglio affidarsi ai rendimenti rotativi rispetto ai rendimenti finali. Ma di cosa si tratta? Analizzando i rendimenti rolling di un fondo piuttosto che i suoi rendimenti finali, in un determinato arco temporale, riuscirai ad avere una misura della volatilità dello strumento. Il limite dell’uso dei rendimenti finali sta nel fatto che se la tua analisi ha come periodo di osservazione un periodo di mercati in salita, allora la linea dei rendimenti salirà costantemente; viceversa, se analizzi un periodo di discesa dei mercati, la linea dei rendimenti scenderà costantemente.

La soluzione è il rendimento rotativo

Il rendimento rotativo è la media di una serie di rendimenti su un determinato arco temporale. Sembra complicato, non è vero? Allora rendiamo più chiara questa definizione con un esempio. Hai deciso di investire sul fondo Alfa per un periodo di 5 anni. Vuoi testare il rendimento a 5 anni su un periodo passato di 15 anni. Vuoi in pratica sapere, nei trascorsi 15 anni, qual è stato il rendimento del fondo in tutti gli intervalli di durata pari a 5 anni possibili. Poiché le quotazioni giornaliere dei fondi sono pubbliche e disponibili, inserisci in un foglio di calcolo tutte le quotazioni giornaliere del fondo Alfa degli ultimi 15 anni (un bel lavoro!). Hai creato un database con tutte le quotazioni giornaliere del fondo Alfa dal 23 Febbraio 2004 ad oggi (15 anni). E adesso?

Adesso devi calcolare il rendimento del fondo Alfa nel periodo che va dal 23 Febbraio 2004 al 22 Febbraio 2009 (intervallo di 5 anni). Annoti il rendimento e prosegui calcolando questa volta il rendimento del fondo Alfa nel periodo che va dal 24 Febbraio 2004 al 23 Febbraio 2009; sei andato avanti di un giorno e hai trovato un secondo rendimento a 5 anni. Hai già capito vero? Questa operazione va rifatta circa 3800 volte fino ad arrivare all’ultima rilevazione – periodo dal 24 Febbraio 2014 al 23 Febbraio 2019.

E’ stata una faticaccia ma adesso hai dei dati davvero preziosi. Vuoi sapere perché? Ancora un pò di pazienza. La media di tutti questi valori è il rendimento a 5 anni rotativo, con rotazione giornaliera su un periodo di 15 anni. E’ un indicatore molto più attendibile del solo rendimento degli ultimi 5 anni. Per rendere la metodologia di calcolo più semplice, ma meno accurata, si può anche scegliere una serie di rendimenti settimanali o mensili.

Ma non finisce qui

Oltre al rendimento rotativo, mentre fai questo esercizio, puoi trovare tante altre informazioni preziose. Vediamone alcune:

  • delle 3.800 circa osservazioni fatte, puoi scoprire quante hanno un risultato maggiore di zero e quante invece risultano minori di zero, pertanto avrai un’idea della probabilità di ottenere un rendimento positivo.
  • Individuando il rendimento più basso dei 3.800 circa trovati avrai un’idea dell’escursione negativa massima che il tuo prossimo investimento potrebbe avere.
  • Potresti trovare quante volte l’investimento è stato in grado di battere l’inflazione, generando un rendimento reale positivo, etc. etc.

Il futuro non si può prevedere ma…

Ovviamente non è un metodo infallibile e non vi è alcuna garanzia che quello che è successo in passato debba ripresentarsi in futuro. Anzi, i mercati finanziari sono bravissimi a sorprenderci con comportamenti sempre imprevedibili ed inattesi. Nonostante ciò possiamo affidarci a questo metodo per avere delle indicazioni di massima sul comportamento futuro del fondo che stiamo analizzando. La condizione necessaria affinché questo metodo dia dei risultati attendibili è però di adoperare una serie cospicua di osservazioni (nel nostro esempio circa 3.800) in un orizzonte temporale sufficientemente lungo (nel nostro esempio 15 anni).

Degli esempi concreti

Voglio lasciarti con un paio di esempi tangibili della forza di questo indicatore.

Figura 1 – Fonte: https://www.thebalance.com/rolling-index-returns-1973-mid-2009-4061795

In figura 1 puoi vedere i rendimenti rolling dell’indice azionario americano S&P 500 suddivisi tra i migliori e i peggiori su diversi intervalli di osservazione. Per elaborare questo grafico sono state rilevate tutte le quotazioni dell’indice dal Gennaio 1973 al Dicembre 2016. Come illustrato sul sito (clicca qui per approfondire) su periodi molto brevi, come ad esempio un anno, l’azionario americano può ottenere rendimenti altissimi come sonore perdite, ma via via che allunghi l’orizzonte di osservazione ti accorgerai che queste escursioni si ridimensionano. Scopri che andando su un orizzonte di 15 anni o superiore anche i rendimenti peggiori sono positivi; in altri termini puoi evincere che il rischio di investire sull’azionario americano è stato molto consistente se il tuo investimento è durato un anno, ma è stato praticamente nullo se hai mantenuto l’investimento per almeno 15 anni.

Figura 2 – Fonte: https://www.thebalance.com/rolling-index-returns-1973-mid-2009-4061795

Un ultimo esempio. In figura 2 trovi il rendimento ad un anno rolling delle principali classi di investimento (a sinistra in verde chiaro i titoli di stato americano ad un mese, seguiti dall’indice obbligazionario governativo, poi dall’indice obbligazionario corporate, in giallo l’obbligazionario a lungo termine e infine i due indici azionari S&P 500 e Russel 2000). Ancora una volta i rendimenti rolling sono stati suddivisi tra migliori e peggiori. Come si evince in un orizzonte temporale di un anno le classi di investimento a sinistra risultano essere quelle che garantiscono un rendimento positivo nella maggior parte dei casi, mentre le restanti classi di investimento potrebbero dare degli ottimi rendimenti ma anche delle pesanti perdite.

Figura 3 – Fonte: https://www.thebalance.com/rolling-index-returns-1973-mid-2009-4061795

Ma se spostiamo il periodo di osservazione a 20 anni (Figura 3) cambia tutto. Non risulta alcuna probabilità di registrare una perdita, neanche con le classi più rischiose (quelle a destra), e l’indice azionario americano S&P 500 è quello che ha dato i rendimenti positivi maggiori. Negli esempi abbiamo adoperato degli indici e non dei fondi; ti basterà sostituire agli indici i fondi o le Sicav che intendi mettere a confronto e il gioco è fatto.

Per concludere

Adesso conosci un prezioso indicatore per misurare la bontà di un fondo comune. di investimento. Non è però l’unico aspetto da considerare, mio caro aspirante investitore! Va affiancato a tanti altri indicatori, soprattutto legati al rischio, ma anche ad una attenta pianificazione dei tuoi obiettivi e ad una sufficiente diversificazione del tuo portafoglio di investimento; ecco perché ti consiglio di affidarti ad un bravo professionista che sappia fare tutte queste analisi e questi calcoli al tuo posto e nel tuo interesse. Ciao, alla prossima.

Come funzionano i Fondi Comuni di Investimento

Hai finalmente deciso che è arrivato il momento di investire; ma quali ingredienti è meglio mettere all’interno del tuo investimento? Titoli obbligazionari e azioni, ma quali? Hai sentito parlare dei fondi comuni di investimento, ma non sai bene di cosa si tratta e non sapresti da che parte cominciare.

Decidi di chiedere l’aiuto di un gestore o di un Consulente Finanziario. Dopo un serie di incontri avete condiviso gli obiettivi che intendi raggiungere, la durata dell’investimento e il rischio che sarai in grado di tollerare. Bene. Il Consulente ti propone di realizzare questo investimento mediante la sottoscrizione di Fondi Comuni di Investimento e Sicav, strumenti appartenenti alla famiglia del Risparmio Gestito.

Ma cosa sono questi Fondi Comuni di investimento? Ma cosa sono queste Sicav? Di che diavolerie sta parlando? Ecco che la diffidenza si fa strada nella tua testa e ti ritrovi davanti ad un bivio:

  • ti affidi al gestore o al Consulente Finanziario anche se non hai capito bene quello che ti sta proponendo (sospettando stia agendo principalmente per i suoi interessi o per quelli della Banca rifilandoti qualche fregatura);
  • decidi di rifiutare la proposta e lasciare i soldi sul conto corrente.

Spesso il film si conclude così; oggi invece proviamo a cambiare il finale. Proverò infatti a spiegarti, con parole semplici, come funzionano i Fondi Comuni di Investimento e le Sicav. Potresti scoprire che tutto sommato non sono poi così male, anzi. E allora cosa aspettiamo? Cominciamo subito.

Iniziamo col dire che il funzionamento di un Fondo Comune e di una Sicav sono praticamente identici; l’unica differenza sta nel fatto che se sottoscrivi delle Sicav diventi socio della Sicav stessa e quindi avresti la facoltà di intervenire alle assemblee societarie. Poiché si tratta di una differenza più formale che sostanziale, possiamo semplificare dicendo che per un investitore Fondi Comuni e Sicav hanno le stesse caratteristiche che adesso andiamo a scoprire.

Cos’è un fondo comune di Investimento

E’ un insieme di strumenti finanziari come ad esempio azioni, obbligazioni o altri fondi, detenuti da un gruppo di investitori e gestiti da un gestore professionale. L’obiettivo dichiarato dal fondo, che deve essere chiaramente identificato, determinerà la tipologia di strumenti finanziari che il fondo può comprare.

Capiamolo meglio con un esempio

Ti piacerebbe acquistare azioni del mercato italiano ma non sapresti quali azioni acquistare, pertanto decidi di acquistare un fondo comune che ha come obiettivo dichiarato quello di acquistare esclusivamente azioni del mercato italiano. In gergo hai deciso di acquistare un Fondo Azionario Italia. Tu ti limiti a dare i tuoi soldi al gestore del fondo il quale li adopererà per acquistare azioni italiane. In cambio otterrai delle quote del fondo azionario Italia prescelto. Se il fondo ha dei rendimenti positivi il valore della quota aumenterà, viceversa il valore della quota diminuirà. Il valore delle quote di ogni fondo viene pubblicato giornalmente, per cui saprai sempre qual è il controvalore dei tuoi investimenti e potrai in ogni momento aumentare il tuo investimento, diminuirlo o liquidarlo interamente.

Abbiamo quindi capito che acquistare quote di un fondo comune vuol dire delegare alla professionalità del gestore del fondo stesso la scelta di quali e di quanti strumenti finanziari (nell’esempio azioni italiane) acquistare. Il gestore sarà tanto più bravo quanto più avrà scelto le azioni che daranno in futuro il rendimento migliore o i ribassi minori.

E se decidessi di acquistare anche azioni americane?

Nessun problema; esistono ovviamente anche dei fondi o Sicav specializzati nel mondo azionario americano. Ma ti dirò di più: il mondo azionario americano può essere ulteriormente segmentato. Esistono infatti fondi specializzati che investono ad esempio esclusivamente nelle azioni di società americane di grandi dimensioni, oppure fondi che investono esclusivamente su azioni di società americane che staccano ogni anno elevati dividendi etc.

Ci sono fondi per tutti i gusti e per tutti i tipi di investitori. Un fondo azionario, ad esempio, può essere identificato per:

  • Area geografica (Azionario Globale, America, Europa, Italia, Paesi Emergenti, Africa, Russia etc.)
  • Settore (Azionario tecnologia, azionario società finanziarie, etc.)
  • Tema di investimento (intelligenza artificiale, robotica, acqua, etc.)
  • Capitalizzazione delle società (grande, media o piccola capitalizzazione)

e la lista potrebbe ancora continuare.

Adesso applichiamo lo stesso ragionamento al mondo delle obbligazioni.

Se non ti è chiaro come funziona un titolo obbligazionario ti invito a cliccare qui per andare al post dedicato, se non ti sono chiari i rischi di un titolo obbligazionario puoi invece cliccare qui. Adesso ti chiedo: ma invece di comprare un singolo titolo obbligazionario, puoi comprare un fondo obbligazionario? Ma certo, e anche qui avrai l’imbarazzo della scelta!

Fondi obbligazionari governativi societari, area euro, americani, globali, con titoli a scadenza lunga, con titoli a scadenza corta, con titoli emessi da società molto solide, con titoli emessi viceversa da società meno solide etc. etc.

Esistono anche i fondi bilanciati e i fondi flessibili dove, per semplificare, il gestore ha la possibilità di acquistare e gestire contemporaneamente sia strumenti azionari che obbligazionari e può farlo con delle proporzioni fisse (fondi bilanciati) o con delle proporzioni variabili (fondi flessibili).

Che confusione, ma come si fa a scegliere?

Tra due fondi che investono sullo stesso mercato come si fa a capire quale è il migliore? Ci sono vari modi ma intanto dobbiamo introdurre un concetto fondamentale, il concetto del benchmark.

Torniamo un attimo all’esempio del fondo azionario Italia. Hai comprato un fondo Azionario Italia e dopo un anno vedi che il fondo ha reso il 5%. Quindi è un buon fondo, giusto? La risposta non è così immediata. E con un esempio cerco di fartelo capire. Al telegiornale senti dire che il mercato azionario italiano ha reso il 15% nel corso dell’ultimo anno. Il tuo fondo ha reso il 5%. Sei ancora convinto che sia un buon fondo? Forse inizi a capire che il rendimento da solo ha poco significato per misurare la bontà di un fondo; occorre confrontarlo con il mercato di riferimento. Questo mercato di riferimento prende il nome di benchmark, ed è quel valore sul quale possiamo misurare la bontà di un fondo comune.

Allora, penserai tu, è molto facile! Basta individuare il fondo, tra gli azionari italiani, che ha avuto il rendimento migliore rispetto al benchmark e acquistare quello. E’ certamente una possibilità, ma sarebbe opportuno considerare anche altri fattori, quali ad esempio:

  • Quanto rischio si è preso il gestore per ottenere quel rendimento?
  • Da quanti anni esiste il fondo?
  • Quali sono stati i risultati del fondo degli ultimi anni?
  • Quanto costa il fondo?
  • Etc. etc.

Soltanto mettendo assieme tanti fattori possiamo avere una buona probabilità di individuare un fondo performante.

Un fattore molto importante è rappresentato dal costo di un fondo: dall’eventuale costo di ingresso e soprattutto dal costo annuo di gestione. E’ infatti banale affermare che a parità di tutte le altre condizioni un fondo zavorrato da costi maggiori otterrà risultati minori. Un costo maggiore può essere giustificato soltanto da rendimenti maggiori che si susseguono nel tempo. Se il gestore dimostra di essere costantemente il più bravo ha senso pagare di più.

Affidiamoci alle stelle

Un metodo per valutare la bontà di un fondo comune di investimento è quello di affidarsi alle stelle di Morningstar, una società che si occupa di attribuire a tutti i fondi presenti sul mercato un punteggio basato su tanti elementi di giudizio, tra cui anche il rischio assunto e i costi del fondo. Il punteggio viene espresso in stelle che possono andare da 1 a 5, dove 5 è il punteggio massimo ottenibile. Basta conoscere il nome completo del fondo o il suo codice identificativo, codice ISIN, e digitarlo nell’apposito spazio all’interno del sito Morningstar (clicca qui per visitare il sito).

Un portafoglio di fondi

Adesso spero di averti chiarito in cosa consiste il compito di un bravo Consulente Finanziario. E’ lui che si occuperà di scegliere, in base al tuo obiettivo di investimento, in base al tuo orizzonte temporale e al tuo profilo di rischio, quali ingredienti (e i fondi comuni di investimento sono soltanto una delle tante alternative) inserire nella tua soluzione di investimento, ed in quali dosi. E’ lui che si occuperà di monitorare l’andamento del portafoglio, di verificare che la bontà degli strumenti finanziari prescelti rimanga immutata per tutta la durata dell’investimento.

In conclusione

Adesso hai finalmente le idee più chiare riguardo al funzionamento di un fondo comune di investimento; pertanto spero che davanti ad una proposta ben formulata da parte del tuo Consulente Finanziario, in linea con i tuoi obiettivi di investimento, il finale del film possa essere diverso; mi auguro che tu possa sottoscrivere la proposta senza alcuna diffidenza!

Se mi hai seguito fin qui potresti a questo punto porti il seguente quesito: ok, ho capito che i fondi comuni di investimento sono molto diversificati, ne esistono tanti, posso individuare i migliori, ma ho capito anche che hanno dei costi di gestione più o meno alti, quindi non sarebbe meglio acquistare singoli titoli (azionari o obbligazionari) piuttosto che fondi comuni di investimento per risparmiare?

Ti rispondo immediatamente e senza alcuna esitazione: meglio i fondi comuni di investimento, e le motivazioni sono talmente tante che è meglio dedicare a questo argomento il prossimo post. Pertanto continua a seguirmi e a breve proverò a spiegarti perché preferire i fondi comuni di investimento, e più in generale gli strumenti di risparmio gestito, ai singoli titoli azionari o obbligazionari.