Rieccomi a scrivere dopo qualche giorno di pausa estiva. Voglio raccontarti un’episodio avvenuto il 14 febbraio del 1990, un episodio il cui protagonista è un pallido puntino blu. Ebbene questo piccolo puntino ha tanto da insegnarci, sul modo in cui affrontiamo gli investimenti, ma anche sul modo in cui siamo soliti affrontare la nostra vita. Ti ho incuriosito abbastanza? Bene, mettiti comodo e continua a leggere.
Un’ultima foto
E’ il giorno di San Valentino di 31 anni fa. A seguito di una richiesta dell’astronomo Carl Sagan la NASA ordina alla sonda spaziale Voyager 1 di scattare un’ultima foto della Terra dalla distanza record di circa 6 miliardi di chilometri. Eccola:
In questa foto la Terra appare appunto come un piccolo, pallido puntino.
Quattro anni dopo, nel 1994, l’astronomo Sagan scriverà un libro dal titolo “Pale Blue Dot” – un pallido puntino blu (clicca qui per approfondire), e pronuncerà le seguenti parole durante una conferenza alla Cornell University:
“Se guardi la foto vedrai un puntino. E’ qui. E’ casa. Siamo noi. Su di esso, tutti quelli di cui hai mai sentito parlare, ogni essere umano che sia mai vissuto, ha vissuto la propria vita.
L’insieme di tutte le nostre gioie e sofferenze, migliaia di religioni, ideologie e dottrine economiche, ogni cacciatore e raccoglitore, ogni eroe e codardo, ogni creatore e distruttore di civiltà, ogni re e contadino, ogni giovane coppia innamorata, ogni bambino speranzoso, ogni madre e padre, ogni inventore ed esploratore, ogni insegnante di morale, ogni politico corrotto, ogni superstar, ogni capo supremo, ogni santo e peccatore nella storia della nostra specie, vivevano lì su un granello di polvere, sospeso in un raggio di sole.”
Come siamo piccoli!
Ecco cosa disse ancora Sagan durante la conferenza: “Pensate ai fiumi di sangue versati da tutti quei generali e imperatori affinché nella gloria e nel trionfo potessero diventare i padroni momentanei di una frazione di questo piccolo puntino. Pensate alle infinite crudeltà inferte dagli abitanti di un angolo del puntino su abitanti di qualche altro angolo del puntino. I nostri atteggiamenti, la nostra presunzione immaginaria, l’illusione di avere una posizione privilegiata nell’universo, sono sfidati da questo punto di pallida luce.”
Adottando una visione più ampia tutto cambia
Le parole dell’astronomo Sagan catturano la realtà che spesso trascuriamo mentre affrontiamo lo stress della vita quotidiana, i nostri problemi, le nostre preoccupazioni. Nello schema più ampio delle cose, come scrive, la maggior parte di ciò che ci preoccupa diventa irrilevante.
Siamo farfalle che svolazzano per un giorno e pensano che sia per sempre. Ma abbiamo una tale abitudine a zoomare sui singoli momenti, specialmente quelli dolorosi che ci riguardano quotidianamente, che perdiamo la prospettiva: siamo davvero sicuri che nel lungo termine questi momenti dolorosi sono davvero così importanti?
La differenza tra esperienza e memoria
Immagina di trovarti su una strada deserta durante un’acquazzone con una ruota della macchina a terra. Il telefono cellulare non ha campo e sei costretto a inzupparti nel tentativo di cambiarla. Maledici il mondo intero! Ti senti l’essere più sfortunato della Terra.
Ora immaginati ad un anno esatto da quella serata sfortunata. Pensi che il tuo stato d’animo, la tua felicità, dopo un anno, possano essere ancora influenzati da quell’evento? Assolutamente no! Tutt’al più avrai una simpatica storia avventurosa da raccontare agli amici davanti ad una birra, per farvi quattro risate.
E’ la differenza tra esperienza e memoria. Gli eventi negativi ci sembrano catastrofici nel momento in cui stanno accadendo, quando ne stiamo facendo esperienza emotivamente, per poi ridimensionarsi a simpatici aneddoti se riportati alla memoria negli anni successivi, quando non ne siamo più emotivamente coinvolti.
E negli investimenti?
Negli investimenti succede esattamente la stessa cosa.
Come ama ripetere Ruggero Bertelli, professore associato di Economia degli Intermediari Finanziari all’Università di Siena, quando abbiamo investito dei soldi e viviamo sulla nostra pelle una severa correzione dei mercati finanziari siamo letteralmente presi dal panico. Ci sentiamo in una spirale senza uscita, con il desiderio irrefrenabile di vendere per calmare il dolore prima di perdere tutto. E’ la fase dell’esperienza. Se vuoi approfondire clicca qui per leggere il post dedicato.
Chi ha vissuto e superato una severa correzione dei mercati finanziari, come quella recente di Marzo 2020, chi è riuscito a mantenere i nervi saldi nei momenti più duri rimanendo focalizzato sull’obiettivo finale, oggi non soltanto ha già ampiamente recuperato tutto, ma ripensando a quei momenti non prova più quella paura, quell’angoscia, quel panico. Oggi l’esperienza si è trasformata in memoria, semplicemente non c’è più il coinvolgimento emotivo.
Rimpicciolire piuttosto che ingrandire
“Se possedere strumenti azionari è un progetto a lungo termine“, avverte lo psicologo Daniel Kahneman, “seguire costantemente i loro cambiamenti è una pessima idea. È la cosa peggiore che puoi fare, perché le persone sono enormemente sensibili alle perdite a breve termine. Se conti i tuoi soldi ogni giorno, semplicemente sarai infelice“.
Per la maggior parte del tempo, nella vita e negli investimenti, faremmo meglio a rimpicciolire piuttosto che ingrandire. Piuttosto che preoccuparci della volatilità quotidiana delle nostre azioni, faremmo meglio a pensare alle nostre vite e ai nostri investimenti come puntini pallidi sulla tela dell’eternità.
Da questa prospettiva i movimenti quotidiani e la volatilità che attraversiamo non devono preoccuparci, la loro importanza viene ridimensionata.
Concludo quindi augurandoti di poter imparare a guardare ai tuoi investimenti e alla tua vita da questa nuova e più ampia prospettiva.
Ciao e alla prossima.